Cosa vi ha spinto a ritornare sul mercato con una collezione maschile completa?
Questa necessità è nata in modo organico, in primis per rispondere alla richiesta insistente dei nostri clienti, partita dal Giappone. A oltre tre anni dal rilancio di Sergio Rossi e avendo ritrovato la vera essenza del brand, sentivamo che era arrivato il momento di estendere l’attenzione di Sergio Rossi all’emisfero maschile, con il desiderio di pensare in grande e rendere disponibile la nostra iconica collezione sr1 a tutti.
Come si strutturerà la collezione?
L’offerta è moderna e decisa, parla in modo fluido con i prodotti della nostra donna, reinterpretandone alcune categorie chiave con connotazioni maschili. Per sviluppare al meglio questo progetto abbiamo creato un team stilistico dedicato, che lavora a stretto contatto con me per progettare una collezione in armonia con l’identità del marchio.
Perché avete scelto Firenze per il lancio?
Oggi Pitti Uomo rappresenta un momento di energia creativa prorompente e una vetrina sul mondo maschile con un impatto globale. Era cruciale per noi tornare nel segmento maschile su un palcoscenico di grande credibilità in maniera inaspettata, presentando la nostra collezione in un contesto esclusivo, che fosse occasione di storytelling del nuovo capitolo del brand.
In futuro manterrete presentazioni separate o pensate alla formula co-ed?
Mi piacerebbe che i due mondi dialogassero in modo fluido e che coesistessero con sinergia in un unico contenitore. Tradurre i codici stilistici di sr1 in chiave maschile, partendo dalla nostra slipper best seller, è stato il primo passo verso la rinascita della linea Sergio Rossi Uomo, all’insegna della contaminazione e della modernità.
Che cosa prevede la strategia di rilancio?
La collezione uomo nasce da un’esigenza di mercato, che abbiamo voluto testare partendo dal mercato giapponese, che storicamente ha rappresentato la più grande fetta di fatturato per la linea maschile di Sergio Rossi. A marzo 2019 abbiamo inaugurato il primo store dedicato a Tokyo, presso il department store Hankyu Men’s, ottenendo sin da subito risultati positivi. Oggi Sergio Rossi Uomo arriverà online e nei nostri flagship store principali in tutto il mondo, con una collezione ispirata all’uomo di città che ama l’avventura, dallo spirito innovativo e un occhio sempre puntato al futuro.
Qual è il prossimo step dell’azienda? Dopo l’uomo pensate di riattivare anche il business della produzione conto terzi?
Gradualmente stiamo già andando in questa direzione. Abbiamo già lavorato a importanti collaborazioni con Marta Ferri, Rosie Assoulin, Net-a-Porter e continueremo con Manebì e Adam Lippes. A queste andremo ad aggiungere la produzione per alcuni tra i più importanti brand di lusso al mondo che a breve ospiteremo nella nostra fabbrica di San Mauro Pascoli, in grado di garantisce un livello di qualità e velocità senza pari.
Dal punto di vista finanziario che anno è stato il 2019 e cosa vi aspettate dal 2020?
Il 2019 si chiude con risultati di crescita per il brand, con un fatturato di circa 66 milioni ,nonostante la brusca frenata di Hong Kong. Abbiamo in programma di rafforzarci ulteriormente con le nuove aperture di Singapore e Macao e di non dimenticare i mercati che oggi potrebbero sembrare più critici, come Inghilterra e Hong Kong, che hanno già beneficiato del nostro supporto nell’anno appena concluso. Oggi più che mai è importante essere flessibili e saper cogliere le opportunità che il mercato offre anche nei momenti meno scontati.
L'intervista integrale a Riccardo Sciutto è pubblicata sul numero di Fashion attualmente in distribuzione, che ha come temi centrali la 97esima edizione di Pitti Uomo, al via da oggi, e Milano Moda Uomo (10-14 gennaio).