artefice del programma "colors for life"

Alberto Corti (Monticolor): «La pandemia frena il tessile, reagiamo con sostenibilità e prodotto di lusso»

«La ricerca sulla sostenibilità, l'esserci concentrati su un prodotto alto di gamma e il lavorare con tutti i tipi di filati, dalla maglieria al jersey, hanno aggiunto valore e competitività sul mercato globale alla nostra azienda».

Inizia con un giusto motto d’orgoglio la presentazione che Alberto Corti fa della Monticolor, l'azienda bresciana fondata da Corti con i fratelli Fulvio e Vittorio Lanza, che dal 1993 produce filati per le grandi realtà del lusso.

Da diversi anni energie e risorse di Monticolor e dei suoi collaboratori sono concentrate sul programma Colors For Life, che suggella l'impegno dell'azienda nell'indirizzare i prodotti e le attività connesse alla produzione verso un modello di sviluppo in cui convivono sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

«La sostenibilità, per essere credibile, deve essere di filiera e l’intero processo produttivo non npuò che avere il più basso impatto ambientale possibile», sottolinea Corti, che in Monticolor è l'esperto in strategia di sviluppo commerciale, mentre Fulvio e Vittorio Lanza seguono rispettivamente la direzione creativa e la gestione finanziaria.

Un approccio ecologico ed etico alla moda, ribadito nella nuova collezione di filati per la primavera-estate 2022, che vede come principali novità di prodotto il filato 100% riciclato Replay Active Recycled, con certificazione Grs-Global Recycled Standard, e Ice Elast in cotone organico, più elastico del 15% in ampiezza e del 17% in lunghezza, «coltivato secondo metodologie e tinture certificate Gots e testato Ogm free», precisa Corti.


Cruciale per Monticolor la tecnologia, che nel giro di un anno ha guadagnato un ruolo centrale per l'azienda anche dal punto di vista commerciale: «In questo momento di mercato così critico la priorità è, appunto, consolidare la relazione commerciale. A marzo 2020, con l'inizio della pandemia, abbiamo rischiato di "scomparire": fiere cancellate (ma l'azienda è presente sulla piattaforma Feel the Yarn di Pitti Immagine), appuntamenti in azienda saltati. Da subito abbiamo capito che, anche se virtualmente, dovevamo fare vedere ai nostri clienti che non li avremmo lasciati soli».

«Ci siamo subito messi al lavoro sulla phygital collection - racconta Corti - inserendo teli molto più grandi nei nostri book. Abbiamo inoltre implementato il sito web, potenziato sia la parte di immagini che i contenuti delle schede tecniche e, non ultimo, inserito filmati. Ed è con questo nuovo assetto "digitalizzato" che abbiamo contattato stilisti e buyer delle nostre aziende clienti. I risultati non si sono fatti attendere».    

Nel 2020 il fatturato della Monticolor è sceso intorno ai 19,5 milioni di euro rispetto ai 23 milioni del 2019, «ma non ci possiamo lamentare: sono numeri migliori di quelli registrati dal mercato, che fa i conti con perdite del 30%».

L’azienda lavora per molti marchi della moda francese e questo ha evitato che gli ordini crollassero. «Il business internazionale - conferma Alberto Corti - si è ridotto del solo 8%. Lavoriamo con realtà globali, che hanno risentito meno del lockdown in Europa perché sono attive anche in Asia, dove i negozi sono aperti e, per fortuna, vendono». 

Secondo il manager e imprenditore la piena ripresa per il settore arriverà nel 2022, mentre il 2021 potrebbe essere l'anno davvero più difficile, «in quanto il congelamento degli ordini che vediamo in queste settimane, e legato ai timori di nuovi lockdown, pesa sui conti del primo semestre: le aziende vogliono capire che cosa succederà e per evitare problemi di stock aspetteranno fino all'ultimo per fare gli ordini. Spero che ad aprile-maggio le cose possano migliorare, anche perché un imprenditore deve sempre essere ottimista».

an.bi.
stats