INTERVISTA AL CEO EDOARDO FASSINO

Non solo pantaloni e denim: PT Torino diventa una collezione di ready to wear

Spesso sono le crisi profonde che spalancano le porte a nuove visioni e opportunità. Ne è convinto Edoardo Fassino di Cover 50, che proprio durante i mesi difficili della pandemia ha guidato l’azienda in una nuova avventura imprenditoriale: la brand extension di PT Torino. Dalla primavera-estate 2022 il marchio diventa infatti un progetto di ready to wear che va oltre i pantaloni e il denim, con capi knitwear, jersey, outerwear e camicie. Oltre 400 pezzi nati da «un profondo lavoro di revisione, ricerca e sviluppo e dall’elevatissimo standard, da sempre patrimonio del brand», come racconta il ceo a fashionmagazine.it.

Da che cosa è nata questa decisione?
Siamo sempre stati abituati a metterci in discussione per capire come e dove migliorare. Il periodo della pandemia ci ha imposto di approfondire maggiormente questo approccio e dopo un lungo lavoro di analisi ci siamo resi conto di come solo parzialmente riuscissimo a trasmettere i nostri “brand values” al mercato e che senza un allargamento della gamma questo non sarebbe avvenuto. È stata una scelta molto ponderata e complessa. La decisione ha comportato un grande sforzo, che ha visto l’azienda cimentarsi in nuovi e importanti investimenti.

Quali i capisaldi del nuovo ready to wear?
Abbiamo un obiettivo ambizioso, ovvero quello di rinnovare il significato del termine “classico”. Come abbiamo sempre fatto nei pantaloni, abbiamo lavorato anche sulle altre merceologie: ci siamo focalizzati molto sui fit, rendendo le forme più contemporanee, e sui dettagli di ogni capo, andandoli ad abbinare spesso in modo “differente”. Possiamo così trovare un trench, capo classico per antonomasia, realizzato in una lana tecnica, accoppiata con una membrana wind-resistent, completamente seamless e laserato in ogni dettaglio, oppure un pantalone realizzato in un tela di Lana 3 ply, ma abbinato a un modello active, con zip rain-proof e vestibilità loose. Diciamo che la contaminazione del classico è alla base del nostro progetto.

In quali canali sarà venduta la collezione?
PT Torino è distribuito in circa 1.200 account, in più di 40 paesi. La maggioranza del nostro fatturato (circa il 65%) proviene dall’estero, con Paesi di grande importanza per l’azienda come il Giappone e gli Usa, ma in termini unitari l’Italia rappresenta il nostro primo mercato. La nuova iniziativa sarà presentata worldwide, anche se non sappiamo ancora quanti propenderanno per l’acquisto del progetto allargato: anche in questo caso crediamo nella libertà di scelta, non imporremo a nessuno di comprare la collezione intera. Siamo comunque confidenti che il mercato ci possa dare un buon riscontro.

Qual è la “lezione” che vi ha lasciato la pandemia?
Ritengo ci abbia insegnato a non dare mai nulla per scontato. Inoltre essere obbligati al distanziamento ci ha insegnato a lavorare in modo diverso, imponendoci un processo di implementazione tecnologica. Penso che alcune abitudini di questi mesi non verranno meno, nemmeno una volta terminato il periodo di emergenza. Se però devo essere onesto, e forse in controtendenza, proprio in questo periodo mi sono accorto di quanto il contatto umano sia fondamentale per la crescita del pensiero aziendale in ogni sua sfaccettatura. Pur comprendendone i benefici, in termini assoluti ammettiamo di non essere ferventi sostenitori dello smart working.

Che previsioni avete in termini di fatturato?
Nel 2019 abbiamo registrato un fatturato consolidato di circa 30 milioni di euro. Nel 2020 il calo è stato del 20% abbondante ma, nonostante tutto, l’azienda ha registrato una marginalità positiva sia a livello di ebitda che di utile netto, non intaccando e anzi incrementando la Pfn (posizione finanziaria netta) totale. Forse “soddisfatti” è una “parola grossa”, ma riteniamo di aver reagito prontamente e sotto tutti i punti di vista alla crisi economica scaturita dalla pandemia. Il primo trimestre 2021 ha fatto rilevare un ritorno alla marginalità pre covid-19, il che ci rende fiduciosi per i risultati futuri.

a.t.
stats