Ricavi in lieve flessione, a 386,6 milioni di sterline, dai precedenti 390,9 milioni (450 milioni di euro circa da 455), e perdite peggiorate, pari a 38,6 milioni, da un rosso di 34,9 milioni. Questo in sintesi il bilancio di
Matchesfashion chiuso lo scorso gennaio, come emerge dal web, dove spicca il risultato negativo anche a livello di ebitda rettificato: -23,8 milioni di sterline, contro i -17,2 milioni di un anno prima.
Su base semestrale l’e-tailer britannico ha invece registrato un miglioramento. Se nella prima metà del fiscal year i ricavi sono risultati inferiori del 9,4% rispetto a un anno prima, nella seconda parte hanno registrato un +8,3% semestre su semestre. Lo stesso dicasi per i margini, pari al 32,4% nella prima parte (-0,5 punti percentuali) e al 34,1% nella seconda (+5,2 punti percentuali).
Nell’ultimo trimestre fiscale l’e-commerce ha avviato una nuova strategia di business, che sembra funzionare, più orientata al modello “in concession”, rispetto agli usuali accordi di fornitura, con l’obiettivo di ridurre le promozioni e vendere più prodotti a prezzo pieno.
Le performance continuano a risentire della Brexit, in termini di dazi addizionali, dal momento che il 70% delle collezioni vendute è made in Ue. Un problema che l’azienda tenta di risolvere con un hub aperto in Olanda.
La società fondata nel 2007 (ma la vendita di moda è iniziata 35 anni fa con uno store a Londra) ha inoltre reso noto che la crescita della domanda è continuata, anche se attenuata dall'uscita dal mercato russo. Inoltre lo scorso aprile ha ricevuto 40 milioni di sterline di nuovi finanziamenti.
Dal 2017 controllata dal private equity
Apax Partners, Matchesfashion da alcuni mesi ha un nuovo ceo che ha colto la sfida del ritorno all’utile. Si tratta di
Nick Beighton, ex amministratore delegato di
Asos, altro fashion e-commerce britannico in difficoltà, che si prepara a una serie di tagli del personale.
e.f.