«In Lvmh abbiamo tanto da fare, vista anche la maxi operazione Tiffany. Siamo sempre alla ricerca di nuove opportunità». Parola di Antonio Belloni, direttore generale di Lvmh , che nel corso del Merger & Acquisition Summit organizzato da Il Sole 24 ore, ha però voluto smentire per l'ennesima volta l'interesse del gruppo francese per il Milan.
«Mi sono esaurito nello smentire questa operazione, che ha attratto più interesse di tutte le altre che abbiamo fatto realmente», ha precisato il Belloni, che poi ha liquidato l'argomento con una battura: «Sono juventino e avrei un enorme conflitto d'interesse e mi dovrei dimettere subito».
Ma l'intervento del braccio destro di Bernard Arnault all'evento organizzato dal quotidiano di Confindustria capita proprio il giorno in cui Lvmh, sull’onda dei conti trimestrali presentati ieri, ha toccato i 300 miliardi di capitalizzazione.
Il manager ha ricordato le sette acquisizioni effettuate in Italia dal gruppo francese. Operazioni basate su quella «cultura dell’estetica» che contraddistingue il dna del Paese e che «non è stato toccato: le sedi sono rimaste dov’erano, l’anima è restata qui in Italia».
La svolta, piuttosto, portata dalla gestione francese è stata sulla redditività, «ad esempio nel caso di Fendi e Bulgari è migliorata di sei volte».