Gli analisti di Pgim Investments ritengono che la cautela in Borsa sia giustificata, in linea generale. Tuttavia, per quanto riguarda il lusso, si tratta di società «delle opportunità interessanti nel lungo periodo».
I grandi marchi, come osservano dalla società di asset management in capo a Prudential Financial, si stanno rafforzando, anche se il contesto attuale mette sotto pressione la fiducia dei consumatori con la salita dell’inflazione, la guerra in Ucraina e le politiche monetarie restrittive negli Usa e in Europa.
Una delle ragioni è che queste società sono avvantaggiate, perché hanno un forte potere di determinazione dei prezzi e sono meno esposte all’inflazione e a problemi legati alla catena di approvvigionamento, rispetto ad altri beni di consumo. «Laddove hanno registrato un'inflazione dei costi, le maison sono state in grado di trasferirli ai clienti, proteggendo così i propri margini», notano gli analisti.
Inoltre la domanda di alta gamma si è diversificata e rafforzata. «Negli Stati Uniti, quando la pandemia ha limitato i viaggi, è emersa una serie di nuovi consumatori in città come Charleston, Austin, Denver e Nashville», dicono gli analisti. Si rileva pure che i consumatori di lusso di oggi sono più giovani: «I Millennial e la Generazione Z rappresentano la maggioranza degli acquisti». In più va considerato che un numero maggiore di uomini americani ha imparato ad apprezzare il lusso e i marchi più prestigiosi, il che ha contribuito alla crescita.
Un capitolo a parte merita la Cina. Quando il governo cinese aveva annunciato la sua politica di "prosperità comune" volta a combattere la crescente disuguaglianza di reddito nella Repubblica Popolare i titoli del lusso si erano svalutati ma ora Pgim Investments ritiene che l'obiettivo di Pechino sia quello di innalzare i livelli di reddito della classe media, aumentando così il numero di persone in grado di acquistare beni aspirazionali. «Riteniamo che si tratti di una forza sana e positiva a lungo termine per il mercato del lusso», puntualizzano gli analisti.
Per il lusso si prospetta quindi una crescita duratura dei ricavi, margini elevati, un forte aumento del free cash flow, bilanci solidi e una gestione efficiente.
Mentre esce questa ricerca i titoli europei del lusso risultano in flessione. Poco dopo le 15 in Italia Moncler (nella foto, la boutique di Roma ampliata a fine 2021) cede un punto percentuale, Tod’s si muove sulla parità, Cucinelli cede lo 0,75% e Ferragamo l’1,92%. A Parigi Lvmh registra un -0,70%, Hermès un -0,83% e Kering un -0,47%. A Zurigo Richemont perde quasi il 2%. In controtendenza Burberry, che a Londra sale dello 0,39% e Hugo Boss che a Francoforte guadagna lo 0,48%.