La Corte del Delaware ha deciso

Caso Lvmh/Tiffany: il processo dovrà cominciare in gennaio

La Corte di Giustizia del Delaware si è pronunciata in favore di un processo che dovrà cominciare il prossimo 5 gennaio e durare quattro giorni. Lo annunciano le parti in causa, Lvmh e Tiffany, mentre il loro matrimonio - da 16,2 miliardi dollari, annunciato nel novembre 2019 - sembra sempre più compromesso, quanto meno alle condizioni previste inizialmente.

Tiffany auspicava un passo più accelerato della giustizia Usa, così da arrivare a una decisione della Corte prima del 24 novembre, data di scadenza dei negoziati prevista nel merger agreement dello scorso novembre, che doveva portare alla fusione con Lvmh, pagando agli azionisti 135 dollari per ogni azione Tiffany (oggi ne vale circa 115).

Il gruppo guidato da Bernard Arnault si dice è pienamente fiducioso nella sua capacità di respingere le accuse di Tiffany e di convincere la Corte che le condizioni per il completamento dell’acquisizione non sono più soddisfatte. In particolare, nei prossimi mesi Lvmh intende dimostrare alla giustizia americana che la cattiva gestione dell’azienda di New York durante la crisi covid-19 costituisce un “effetto avverso sostanziale” (in gergo “material adverse effect”, che nelle M&A va a ridurre il valore della società preda).

Nei giorni scorsi il colosso francese del lusso ha inoltre fatto sapere di avere ricevuto dalla Commissione Europea l’ok a procedere per sottoporre l’acquisizione di Tiffany all’antitrust europea. A oggi l’operazione ha ottenuto otto su 10 autorizzazioni. Le mancanti, dall’Europa e da Taiwan, dovrebbero pervenire «ben prima della scadenza del 24 novembre 2020». Tiffany nei giorni scorsi ha accusato Lvmh di avere colto ogni opportunità per ritardare ed evitare i propri obblighi: tra queste anche la presentazione, con tempistiche dubbie, dei documenti antitrust.

Il presidente del Board di Tiffany, Roger Farah, dichiara: «Nonostante i continui sforzi di Lvmh per evitare di pagare il prezzo concordato per Tiffany, si spera che il processo del 5 gennaio conduca a una sentenza prima della scadenza dell'autorizzazione antitrust statunitense, il 3 febbraio 2021, e ci consenta di proteggere la nostra azienda e i nostri azionisti. Dimostreremo alla Corte che Lvmh viola palesemente i suoi obblighi derivanti da un accordo valido e vincolante e che la loro rivendicazione di un effetto negativo sostanziale è completamente priva di fondamento».

e.f.
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