«La performance registrata nel primo semestre è eccezionale e ne siamo orgogliosi»: così
Nick Beighton, ceo di
Asos, commentando un bilancio contraddistinto da ricavi che sfiorano i 2 miliardi di sterline (+24%) e un utile pre-tasse balzato da 30,1 a 106,4 milioni di sterline (+253%).
La customer base di utenti attivi è salita a 24,9 milioni di persone, 1,5 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Risultati particolarmente positivi nel Regno Unito, progredito del 39% a 800,4 milioni di sterline, mentre l'Europa ha visto le vendite salire del 18%, con un incremento del 14% a livello di customer base. Stati Uniti e resto del mondo sono avanzati entrambi del 16% per quanto riguarda i ricavi, mentre la customer base ha registrato rispettivamente un +6% e un +5%.
Beighton non nasconde l'ambizione di fare di Asos la destinazione numero uno per i 20enni e la Gen Z amanti della moda: un'affermazione che fa pensare a future acquisizioni dopo quelle di
Topshop,
Topman,
Miss Selfridge e
Hiit, brand rilevati tre mesi fa con un deal
da 330 milioni di sterline, che nel solo giorno del rilancio sotto la nuova proprietà (il 22 febbraio) hanno spinto in alto il traffico sul sito (+226%).
I pillar strategici dell'azienda britannica sono cinque: diventare un retailer realmente globale, far crescere i propri brand, rafforzare le partnership con i marchi per espandersi in categorie merceologiche ad alto potenziale di sviluppo, migliorare la customer experience e investire in un modello operativo efficiente e sostenibile. Sotto la lente anche il pricing, soprattutto in Europa.
Un comunicato delinea le prospettive a medio termine: «Nei prossimi mesi - si legge - ci aspettiamo che una parte della domanda si indirizzi di nuovo ai negozi fisici, con l'allentamento delle restrizioni. Tuttavia, pensiamo che la penetrazione online resterà strutturalmente più alta rispetto al periodo pre-Covid».
a.b.