Dopo Neiman Marcus un'altra insegna storica americana è pronta ad alzare bandiera bianca per presentare domanda di fallimento. Si tratta di J.C. Penney, che ha accumulato debiti per 4 miliardi di dollari. Si calcola che un quarto dei suoi 850 store potrebbe chiudere i battenti definitivamente. La decisione è attesa entro la settimana.
Fondata a Kemmerer, in Wyoming, nel 1902 da James Cash Penney, l'insegna è cresciuta fino a contare 850 punti vendita e un totale di quasi 85mila addetti tra gli Stati Uniti e Puerto Rico. Da tempo la catena di department store è alle prese con una crisi dovuta alla concorrenza dei siti di e-commerce e dei discount e ora ulteriormente acuita dalla pandemia di coronavirus.
La società sarebbe ora in trattative con i creditori per quello che negli Stati Uniti si definisce un "debtor-in-possession loan" in grado di sostenere le sue finanze mentre si trova ad affrontare le procedure della bancarotta. Si parla di un totale di 400/500 milioni di dollari.
J.C. Penney non ha rispettato la scadenza del pagamento di un debito da 17 milioni di dollari e ha tempo fino a venerdì prossimo, 15 maggio, per mettersi in regola, prima di andare in default.
L'insegna sta anche prendendo in considerazione alternative che includono la negoziazione di un accordo con i creditori al di fuori del tribunale fallimentare o l'ottenimento di finanziamenti aggiuntivi.
I negozi in tutto il Paese hanno messo in aspettativa i loro dipendenti, ma hanno continuato a offrire prestazioni sanitarie complete e hanno in programma di coprire il 100% dei premi concordati.
L'a.d. Jill Soltau ha dichiarato ai clienti in una mail che i negozi hanno iniziato a riaprire gradualmente, avendo adottato precauzioni come schermi di plexiglass alle casse e accessi limitati nei negozi.