L'e-commerce del gruppo tedesco ha invece realizzato un +34%, sostenuto dal +55% di marzo ma ha compensato solo parzialmente le mancate vendite negli store fisici.
Nei primi tre mesi l'operating margin ha registrato un -1,4% mentre l'utile dall'attività operativa è crollato del 97% a 20 milioni di euro. L'utile netto quarterly è passato da 632 a 31 milioni di euro (-95,1%).
Le note dolenti non finiscono qui: per il secondo trimestre il colosso dello sportswear guidato da Kasper Rorsted (nella foto) prevede un calo del 40% dei ricavi e un risultato operativo negativo. Sull'intero esercizio, invece, il management non fornisce stime.
«Al momento – commenta Rorsted – ci concentriamo sull'affrontare le sfide correnti e stiamo raddoppiando i nostri sforzi per cogliere la ripresa in Cina e le opportunità che intercettiamo nell'e-commerce. Mentre ci prepariamo a un ritorno verso una normalizzazione del business dobbiamo essere realisti: più del 70% dei nostri negozi nel mondo in questo momento sono chiusi». Il ceo è comunque positivo per quanto riguarda le prospettive di lungo periodo, anche perché il well-being ha sempre più un posto di primo piano fra i consumatori.
Stando a quanto riportato da Manager Magazine nei giorni scorsi, Adidas starebbe anche studiando l'emissione di un bond multimiliardario per non avere più bisogno del prestito statale da 2,4 miliardi accettato lo scorso 14 aprile per fronteggiare la crisi dovuta alla pandemia (negozi chiusi, ma anche annullamento delle Olimpiadi e stop alle gare di calcio), criticato da chi ricorda come il gruppo abbia chiuso il 2019 con quasi due miliardi di utile (+15% sul 2018) e 23,6 miliardi di fatturato (+8%).
Dopo gran parte della seduta con il segno meno, nel tardo pomeriggio le azioni Adidas registrano un'inversione di tendenza: +0,24% alla Borsa di Francoforte, a un prezzo che sfiora i 206 euro mentre l'indice Dax segna un +2,67%.