Imitando Alibaba, anche l'altro colosso cinese dell'e-commerce, JD.com, procede per la seconda quotazione: dopo New York ora è la volta della Borsa di Hong Kong.
L'Ipo è iniziata ieri e si concluderà giovedì 11 giugno, mentre gli scambi sul listino dell'ex-colonia britannica partiranno il 18 giugno. JD.com prevede di raccogliere fino a 31,38 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 3,6 miliardi di euro), offrendo 133 milioni di azioni al pubblico, a un prezzo non superiore ai 236 dollari di Hong Kong ciascuna. Saranno investiti in tecnologie legate alla supply chain.
Alibaba ha proceduto al secondo listing lo scorso novembre e nelle previsioni della Borsa di Hong Kong molte società scambiate a New York copieranno i due player dell'e-commerce. Il listino cinese ha chiuso la seduta odierna in rialzo dell'1,56%, ma accusa un ribasso a due cifre da inizio anno e in 12 mesi, su cui pesano le proteste pro-democrazia, riaccesesi di recente dopo la proposta da parte del governo di Pechino di introdurre una nuova legge sulla sicurezza nazionale.
Fondata nel 2004 dall'attuale chairman e ceo Richard Liu, JD.com è un'azienda delle vendite online che nel 2019 ha realizzato 576,9 miliardi di renminbi di ricavi (circa 72,3 miliardi di euro), in aumento del 24,9% rispetto al 2018.
L'utile si è attestato a 12,2 miliardi di renminbi (circa 1,5 miliardi di euro), dalla precedente perdita di 2,5 miliardi. Lo scorso anno i consumatori attivi sono aumentati del 18,6% a 362 milioni.