Il presidente e ceo di Moncler, Remo Ruffini, ha fornito indicazioni positive, in occasione dell’assemblea dei soci di ieri.
«Per Moncler abbiamo un buon trimestre, in linea con le aspettative della società, anche se il confronto con lo scorso esercizio è sfidante», ha dichiarato il presidente e ceo all’agenzia Radiocor senza fornire dati precisi, che saranno resi noti il prossimo 9 maggio.
Ruffini ha ribadito che non ci sono «grandi operazioni in programma», nonostante una liquidità che a fine 2018 era di circa 450 milioni. L’imprenditore ha ricordato che la cassa del 2018 è stata utilizzata per «un grande dividendo».
Al momento si sa che il gruppo dei piumini progetta di ampliare la rete retail di una quindicina di negozi, come nel 2018.
Interpellato sull'eventualità di un’Opa ostile, Ruffini (il maggiore socio, con una quota di oltre il 26% del capitale) ha risposto: «Non la temiamo. Stiamo creando valore e di ostile non c'è niente, tutto si vende e tutto si compra».
L’assemblea degli azionisti di ieri ha approvato un bilancio d’esercizio chiuso con 1,4 miliardi di euro di ricavi, in aumento del 19% rispetto al 2017, e un utile di 332milioni (+33%). Il dividendo deliberato è pari a 0,40 euro per azione, per un totale di 99,88 milioni di euro.
Con la nomina del nuovo board restano 11 i membri per il triennio 2019-2021. Ruffini mantiene la carica di presidente e Marco De Benedetti, attuale managing director e co-head The Carlyle Europe Partners, diventa vicepresidente di Moncler.
Gli amministratori delegati sono lo stesso Ruffini, Luciano Santel e la new entry Roberto Eggs, che fa parte dell’azienda dal 2015, quando è entrato come coo, e attualmente ricopre la carica di chief marketing & operating officer.
Altra new entry è Alessandra Gritti (come amministratore indipendente), attuale vicepresidente e ceo di Tamburi Investment Parnters.
Escono Juan Carlos Torres Carretero (che ha lasciato lo scorso marzo) e Sergio Buongiovanni.
Sul titolo Moncler oggi sembrano prevalere le prese di profitto: nel primo pomeriggio passa di mano poco sopra i 36 euro per azione, in calo dell’1,1%. In sei mesi ha invece realizzato un +17% circa.