Le Divelec: «Stima impatto Covid-19 difficile»

Ferragamo migliora nel 2019 ma vari analisti rivedono i target

La Salvatore Ferragamo ha chiuso il 2019 con un utile netto di 91 milioni, in crescita del 3,4% rispetto al 2018 ed esclusi gli effetti dell’Ifrs16. Il risultato operativo annuale, senza tenere conto dei nuovi principi contabili sul leasing, è sceso dell’8,2% a 138 milioni e l’ebitda ha è diminuito del 4,3% a 205 milioni ma i ricavi sono aumentati del 2,3% a 1,38 miliardi di euro (+1,3% a cambi costanti).

L’area Asia-Pacifico resta il primo mercato in termini di ricavi, in aumento dell’1,1%, nonostante il quarto trimestre sia stato colpito dalla situazione geopolitica a Hong Kong, dove le vendite retail si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo del 2018.

All’assemblea del 21 aprile il gruppo del lusso intende proporre agli azionisti la distribuzione di un dividendo pari a 0,34 euro per azione, in linea con quello dell’anno prima.

Nel corso della conference call con gli analisti, il ceo Micaela le Divelec ha dichiarato che al momento è difficile prevedere l’entità dell’impatto del coronavirus.

La direzione aziendale ha comunque confermato la strategia di medio-lungo termine «che mira al rafforzamento della posizione competitiva della Salvatore Ferragamo nel segmento luxury». Il management ha iniziato a porre in essere «una serie di azioni concrete, volte a proteggere il gruppo e a mitigare gli effetti negativi, determinati dalla diffusione del virus su scala globale». «Tali azioni – spiegano dalla società - sono da ricondursi a un assiduo e accurato efficientamento di tutte le voci di costo, a un controllo approfondito e costante sulla opportunità di mantenimento di determinate spese, nonché a circoscrivere l’effettuazione di investimenti nei soli progetti ritenuti essenziali».

Dopo la pubblicazione dei dati di ieri sera, all'apertura di seduta odierna il titolo Ferragamo non è riuscito a fare prezzo (-6,8% il calo teorico), ma si è via via ripreso e verso la chiusura registra un +2,36%, a 11,48 euro per azione. L'indice Ftse Mib sale invece dello 0,15%.

Come riporta l’agenzia Radiocor, gli analisti di Jefferies hanno tagliato il target price sulle azioni Ferragamo da 17,5 euro a 12,5 euro. «I numeri del 2019 sono del tutto irrilevanti - dicono in un report - dopo che l'azienda ha indicato che nel primo trimestre le vendite potrebbero crollare del 25-33%. Stima che per altro potrebbe essere ottimista». Secondo Jefferies il primo trimestre sarà peggio di quanto indicato dai vertici dell'azienda (tra il 25% e il 33%, il calo dei ricavi stimato rispetto al primo quarter del 2019), con un calo dei ricavi superiore a 100 milioni, ossia -35% rispetto a un anno prima. Nel primo semestre le vendite dovrebbero scendere del 28% a 510 milioni, nell’ipotesi di un miglioramento della situazione nel secondo trimestre. Inoltre gli analisti pensano che il rilancio del brand stia andando a rilento: «Riteniamo che la storia della casa sarà la stessa degli ultimi tre anni». Considerando che il rilancio del brand è più lungo e difficile del previsto, gli esperti non escludono che la famiglia possa prendere in considerazione soluzioni di M&A.

Citi consiglia di vendere il titolo Ferragamo, pur stimando un target di prezzo di 13 euro, di poco superiore ai corsi di Borsa. Secondo gli analisti la società è nel mezzo di una “tempesta perfetta” e per il 2020 prevedono un calo delle vendite “mid single digi” e un ebit in flessione del 15% rispetto al 2019. Per gli esperti il problema sarà soprattutto in Europa, mentre la domanda di beni di lusso riprenderà in Cina. Negli Usa la situazione sarà influenzata dal virus, ma va tenuto conto che il 2020 è un anno elettorale.

Equita ha tagliato le stime per il fatturato 2020 di Ferragamo per il 2020 del 12%. Per l'ebitda il taglio è del 19% e per l'utile netto del 26%. Per il 2021 prevedono invece un rialzo del 9% fatturato organico. Il target price è stato ridotto a 12,5 euro, dai precedenti 16,8 euro per azione, con raccomandazione “Hold” (mantenere in portafoglio).

Invece Morgan Stanley ha confermato il giudizio “Equal-weight” (equivalente a “Neutrale”) sul titolo del lusso, con target price invariato a 18 euro per azione. Gli analisti ricordano le indicazioni dell’azienda: «Dopo un buon avvio in gennaio, specie in Cina, Corea ed Europa, il traffico è sceso significativamente con il diffondersi del coronavirus». «Anche dalle dichiarazioni dei competitor - osservano - si sa che ora il traffico è debole in Asia e sta diminuendo in Europa, dove la spesa dei turisti rappresenta la metà circa dei ricavi, ma dalla Ferragamo è arrivata una nuova indicazione, che riguarda il rallentamento degli Usa negli ultimi giorni».

«La nota positiva - aggiungono gli esperti - è che il management nota un lieve ritorno di traffico in Cina, dove la maggior parte dei negozi sono stati riaperti, nell’ordine di una percentuale a cifra singola, giorno per giorno, dopo il calo fra l’80% e il 90% di Febbraio». Il fatto che i dirigenti si aspettino una flessione delle vendite trimestrali fra il 25% e il 33% non è una previsione scioccante, ma in linea con altri concorrenti e con aziende di altri settori. In attesa di un miglioramento delle vendite nella seconda metà del 2020, secondo Morgan Stanley bisognerà monitorare il livello delle scorte, perché politiche di sconti aggressivi o le vendite negli outlet implicherebbero un deterioramento dei margini e del valore del marchio. Per la banca d’affari il titolo, che ha perso il 40% del suo valore su base annuale, ha anche un potenziale di upside legato a un ritorno di speculazioni su possibili fusioni e acquisizioni.

e.f.
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