Francesca Bellettini - president e ceo di Ysl dal settembre 2013 - ha svelato i passaggi chiave che hanno portato il brand di Kering da 500 milioni a 1,5 miliardi di euro di ricavi.
«Gli ingredienti giusti c’erano già fin dall’inizio, ma Ysl era come una 500 con il motore Ferrari - ha raccontato la manager durante il 23esimo summit Pambianco -. Abbiamo scelto di costruire la scocca Ferrari e di accelerare».
In concreto, questo ha significato proseguire il processo di rebranding basato sui valori del marchio, avviato già prima dell’arrivo di Bellettini con l’etichetta Saint Laurent Paris.
Poi si è trattato di «sciogliere i nodi che rendono difficile il modo di lavorare». In tal senso è stata messa a punto una divisione organizzativa fra i comparti pelletteria, calzature e abbigliamento, che però fanno riferimento a uno stesso ceo.
Altri ingredienti della ricetta Bellettini - che ha trascorsi in Goldman Sachs, Prada, Gucci e Bottega Veneta - sono creare cultura aziendale senza avere paura del cambiamento e mettere al centro la creatività. «Mi fido del direttore creativo e del suo talento - ha ammesso -. Sono una manager innamorata della creatività: mi entusiasmo alle idee dei designer e cerco di farle realizzarle».
Strategico è anche attivare sinergie fra le parti dell’azienda che «non si vedono» (come la logistica, la finanza e le gestione della tesoreria) e investire in innovazione tecnologica.
«La fortuna di Ysl - ha sottolineato Bellettini - è che fa parte di un gruppo, Kering, guidato da un visionario, François-Henri Pinault».
Alla domanda «Cosa farà da grande?», la manager, che lo scorso ottobre è stata nominata Alumna Bocconi dell'anno 2018, ha risposto: «Vorrei potermi emozionare ancora. La dimensione dell’azienda non è rilevante, l’importante è lavorare per progetti interessanti in questo settore».