le sfide di sensitive fabrics by eurojersey

Andrea Crespi: «Dietro il prodotto ancora più efficienza, sostenibilità e digitale»

Anche Sensitive Fabrics by Eurojersey ha scelto di non mancare la prima edizione fisica di Milano Unica dopo molti mesi, presentando la collezione FW 22/23 Reconquest, evocativa di luoghi magici ed esperienze vibranti: ingualcibili, indeformabili, antipiega, facili da lavare anche in lavatrice, veloci nell'asciugatura e no stiro, i tessuti hanno spaziato dagli effetti lanieri e dettagli vintage del tema Rustic Nobility, agli anni Sessanta rivisitati di Pop Nomads, fino agli aspetti chiné e alle texture in rilievo di Bucolic Ride (nella foto in basso) e alle atmosfere vagamente wild di Predators. Per scoprire cosa c'è dietro al prodotto e lanciare uno sguardo sulle prospettive sia dell'azienda, sia del mercato, abbiamo rivolto alcune domande al direttore generale, Andrea Crespi.

Si è chiusa la prima edizione in presenza di Milano Unica dopo tanto tempo: qual è il bilancio?
Meglio delle aspettative. Abbiamo riscontrato un clima di ritrovato entusiasmo e volontà di ripartenza. Sicuramente c’è il desiderio di tornare a dialogare in presenza, visti i limiti di qualsiasi strumento informatico e tecnologico. Trattandosi di proposte di collezione, è cruciale poterle presentare toccando con mano i prodotti.

L'incognita erano i buyer esteri: ne avete visti?
Allo stand abbiamo reincontrato alcuni clienti dalla Germania, dall’Olanda e qualche brand francese, che hanno confermato l’intenzione di ritrovarsi per nuove collaborazioni sul campo.

E gli italiani?
Hanno sfoderato uno spirito proattivo e un approccio costruttivo: un bel segnale di ripresa.

Cosa è stato apprezzato di più delle nuove proposte in Sensitive Fabrics by Eurojersey?
Due le parole chiave, multi-tasking e longevità di prodotto. Trattandosi di una gamma di tessuti tecnici adatti per diverse occasioni d’uso, è sempre più strategico puntare su prodotti che seguano i nuovi bisogni e stili di vita. Oggi più che mai, inoltre, i tessuti devono durare nel tempo.

Quali le sue sensazioni sul mercato? 
Per quanto ci riguarda siamo ottimisti, in quanto il settore sportswear è un facilitatore per la nostra tipologia di prodotti. Avvertiamo una richiesta mirata verso un tessile performante.

I progetti che le stanno più a cuore?
Eurojersey continua a focalizzarsi sul processo produttivo, con il nuovo reparto tessitura “atelier” per l'evoluzione dei tessuti Sensitive Fabrics, sul quale sono stati investiti circa 3 milioni di euro. Un'altra novità è un magazzino del greggio e del semi-lavorato, volto a migliorare la mobilità interna nei reparti: in questo caso si parla di uno stanziamento di 2 milioni. In termini di sostenibilità di processo, abbiamo introdotto nel reparto tintoria ulteriori macchinari, al 100% frutto di tecnologia italiana, per una riduzione dei consumi di acqua del 20% nel ciclo produttivo, e installato un sistema ad alta efficienza termica per abbattere del 15% di emissioni di CO2.

Il digitale, mai più senza anche nel tessile: voi come vi state muovendo?
Abbiamo investito nel sistema informatico aziendale, per offrire servizi avanzati ai clienti grazie a una nuova piattaforma del nostro ufficio stile, utile per la presentazione delle collezioni e la condivisione dell'archivio digitale di stampe Eurojersey. Non ultima, la possibilità di offrire simulazioni delle stampe di collezione su figurini, in modo da poter visualizzare i disegni direttamente sul capo finito.

A cura della redazione




 

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