L’ex Woolrich Patrick Nebiolo è a.d.

Primo store a New York e focus sulla donna: le strategie del nuovo Holubar

La nuova compagine societaria di Holubar sta già portando nuova linfa al marchio americano di abbigliamento outdoor, che ha appena aperto una showroom a Milano in via Savona e a dicembre inaugurerà il suo primo flagship store a New York.

Il new deal, annunciato della società qualche settimana fa, ha visto l'ingresso con una significativa partecipazione di Patrick Nebiolo, già top manager di Woolrich, come capofila di un gruppo di investitori internazionali.

Nebiolo ha assunto l'incarico di presidente e amministratore delegato, mentre Alberto Raengo, artefice del rilancio di Holubar che aveva acquisito nel 2009, ha mantenuto il ruolo di chief creative director.

«Con il riassetto - racconta Raengo a fashionmagazine.it - Holubar entra in una fase di crescita attraverso l'ampliamento delle collezioni, il potenziamento dell'e-commerce e del marketing e l'apertura di monomarca. Il flagship con annessa showroom che stiamo aprendo in queste settimane a Manhattan, nel Meatpacking District, sarà il primo di una serie e stiamo già sondando il terreno per investimenti retail anche a Milano, Londra e Parigi».

Il nuovo corso di Holubar sarà evidente a Pitti Uomo di gennaio, dove il marchio conferma la sua presenza e, anzi, rilancia con la collezione Fall-Winter 20/21: «Da questa stagione - spiega Raengo - potremo contare su uno stand più grande, all’interno del cortile monumentale. Ci serve più spazio, perché il nostro mondo sta crescendo: le collezioni sono più ampie e i clienti sempre più numerosi: basti pensare che oggi in Italia siamo distribuiti in 160 punti vendita ed erano 85 appena due stagioni fa, mentre all’estero 500 multimarca scelgono Holubar».

Il marchio è commercializzato in tutta Europa, Usa, Canada, Cina, Corea e Giappone ed è presente nei maggiori negozi di abbigliamento di alta gamma, tra cui Barneys, Hudson Bay, Le Bon Marché e Rinascente.

«Tra le priorità - conclude Raengo - c’è quella di potenziare il business della donna. Oggi a livello di offerta di prodotto maschile e femminile si equivalgono, ma il womenswear incide solo per il 20% sul nostro giro d’affari. L’obiettivo è salire al 50% e sono convinto che sia a portata di mano» (nella foto, un look Fall-Winter 2019/2020).

an.bi.
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