Il settore a un cambio di paradigma

Lusso: Bcg e Comité Colbert prevedono un +6% l'anno da qui al 2026

Dopo le stagioni della pandemia, per il settore del lusso è tempo di tornare a crescere. Lo rivela l’outlook frutto della collaborazione tra Bcg e Comité Colbert, che prevede per il comparto una progressione del 6% ogni anno, fino al 2026, per arrivare a un totale di 494 miliardi di euro.

Il survey ha proposto un viaggio nel futuro del mondo del lusso, analizzando aspetti chiave come la sostenibilità, il resale, il lavoro artigianale, la globalizzazione e il metaverso.

Importanti sono stati le testimonianze di 40 executive di altrettante case di moda come Chanel, Hermès, Cartier, Van Cleef&Arpel, e il consumer survey che ha coinvolto di 2mila persone tra Francia, Europoa e Stati Uniti.

A emergere in primo luogo sono le grandi potenzialità offerte dalla sostenibilità, non solo per guidare il cambiamento, ma anche come motore di crescita. Quasi due terzi dei consumatori sono attenti all'impegno da parte delle aziende su questo fronte, quando acquistano prodotti di lusso. E ben l'80% crede che le maison abbiano una responsabilità nell'intero ciclo di vita dei loro prodotti, al di là della produzione e della vendita.

Ma, mentre il 62% dei consumatori ritiene che gli articoli di lusso siano durevoli, l'industria deve comunque fare di più, poiché il 60% pensa che il lusso dovrebbe essere responsabile dell'avvio della transizione ambientale e sociale. E l'80% sopra citato mostra quanto fortemente i consumatori credano in questa assunzione di responsabilità.

Altro aspetto importante è quello dell’esclusività, che diviene sempre più importante, in un momento in cui i marchi di massa hanno fatto passi da gigante sul fronte della comunicazione. Occorre che le aziende del lusso, abituate a parlare attraverso le loro creazioni, diano risalto ad aspetti come l’approvvigionamento, la produzione e le strategie legate all’ambiente. Cosa che molte label del mass market stanno già facendo.

Fondamentale da considerare è anche il tema della sovraproduzione, perché non è ipotizzabile che i consumatori continuino a riempire i propri armadi di nuovi prodotti. Per questo sarà strategico puntare sul mercato del resale, previsto in forte espansione nei prossimi tre anni, con un aumento su base annua del 13%, rispetto al solo 5% dei beni di lusso di prima mano, e con la previsione che arriverà a toccare un valore di 52 miliardi di dollari entro il 2025.

Insomma, occorre che le maison superino la paura che il segmento dell’usato possa cannibalizzare le loro vendite e, al contrario, lo considerino come una chance che anzi rafforza la fedeltà al marchio, diventando un canale complementare di vendita.

Sul fronte dell'innovazione il 64% degli intervistati ritiene che il lusso sia in ritardo, rispetto ad altri settori, in materia di digital e il 67% pensa che l'esperienza digitale non sia alla pari con quella in negozio. Anche costruire relazioni con i clienti sta diventando più oneroso, dal momento che i costi per acquisire nuovi clienti sono raddoppiati nel 2021 e dovrebbero aumentare del 20% all'anno nei prossimi anni.

I consumatori vedono grandi potenzialità nel metaverso. Secondo il survey il 59% dei giovani tra i 18 e i 34 anni pensano che sostituirà i social media. Lo studio rivela inoltre che il 63% dei possessori di Nft li preferisce a prodotti luxury fisici.

Nel futuro del mondo del lusso non ci sono solo grandi opportunità, ma anche dei problemi. Uno di questi è la mancanza di lavoratori con competenze legate all’artigianalità. Si calcola che il 65% dei ruoli in questo ambito restino vacanti e per questo realtà come Lvmh, Chanel ed Hermès hanno creato dei programmi volti ad attrarre giovani.

Sul piatto anche il tema della globalizzazione: secondo la ricerca quasi i due terzi della crescita del settore arriverà da Paesi fuori da Europa e Stati Uniti tra il 2021 e il 2025. Sotto la lente ci sono le nazioni in via di sviluppo come India, Vietnam, Tailandia e Medio Oriente, anche se la Cina resta il principale punto di riferimento (in questo mercato per esempio, si prevede che il settore dei profumi di lusso raddoppierà tra il 2021 e il 2021, diventando il secondo sbocco per il comparto).

Tra i fattori da considerare ci sono le spinte inflazionistiche, che si riverbereranno sui listini. Un aspetto che fino a oggi è stato assimilato da Paesi come Cina, Giappone, Medio Oriente e Stati Uniti, mentre l’Europa si è dimostrata più sensibile a questo fenomeno.

Nella foto, la chiusura della sfilata di Hermès della Fall-Winter 2022/2023

c.me.
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