Gianni Dori, patron della storica azienda di pelletteria e calzature Rodo, è soddisfatto: nei pressi di Macerata, dove ha sede l'azienda, continuano i lavori per l'ampliamento degli stabilimenti produttivi, che passeranno dagli attuali 2.500 metri quadri ai futuri 4.500.
«Abbiamo sempre puntato sulla qualità manifatturiera e credo che in Italia siamo tra i pochissimi a vantare al proprio interno una produzione specializzata sia nelle borse che nelle scarpe - racconta a fashionmagazine.it l'imprenditore -. Questa crescita ci permetterà di garantire spazio ad ambedue gli asset, con due sezioni ad hoc, separate tra loro».
Gianni Dori parla di febbraio 2019 come data possibile per l'inaugurazione degli spazi, che al proprio interno conteranno anche nuovi macchinari all'avanguardia per la realizzazione delle minuterie in metallo, da sempre plus aziendale per la creazione dei prodotti Rodo.
Nel frattempo la società, che prevede di chiudere il 2018 con un fatturato di quasi 16 milioni di euro - «in aumento di circa il 10%» precisa Dori - sta portando avanti nuove strategie di crescita.
Attualmente il marchio conta due monomarca, uno a Milano e uno a Jakarta, oltre a uno shop-in-shop a Singapore, ma in futuro - più che spingere l'acceleratore sul retail - prevede di stornare maggiori risorse sul marketing online, supportando di pari passo il wholesale.
A questo fine nelle fila aziendali ha fatto il proprio ingresso una nuova brand manager, Margherita Fontana, con competenze anche digitali.
In ambito fisico, il brand di origini fiorentine (è nato a Firenze nel 1956) prosegue nell'internazionalizzazione, senza togliere spazio al mercato domestico.
«Abbiamo appena siglato un accordo in esclusiva con Bergdorf Goodman che, per tre stagioni, sarà l'unico department store americano a rappresentare le nostre collezioni - racconta Gianni Dori -. E al tempo stesso continuiamo a credere nell'Italia, che sta recuperando terreno. Una decina di anni fa valeva il 30% del turnover, poi il suo contributo era calato al 15%, ma adesso si sta riportando ai livelli pre-crisi».