Mediobanca Fashion Annual Talk

Marchi pensa all’Ipo, Marenzi e Botto Poala «aperti a ogni ipotesi»

«A Carpi molte imprese sono morte alla seconda generazione. Io vedo l’Ipo come un percorso fondamentale per rendere la mia azienda indipendente dalle mie sorti». Così Marco Marchi, fondatore e presidente di Liu Jo, ha spiegato la sua visione imprenditoriale nella moda al secondo Fashion Annual Talk di Mediobanca, organizzato ieri nella sede di piazzetta Cuccia e moderato dalla giornalista Giulia Crivelli.

Con la holding AU Eccellenze Italiane Marchi sta cominciando a creare un polo che include Blumarine, dopo l’acquisizione di Blufin, e una quota del retailer Coin. Ma sul tavolo ci sono altri dossier in valutazione, «al momento top secret».

«Costruire una piattaforma - ha spiegato Marchi - è utile per l’apporto manageriale, di finanza e per operazioni straordinarie, come il collocamento in Borsa».

«L’Ipo non è una necessità ma una scelta, quando ci sono le condizioni migliori a che ciò avvenga», ha aggiunto l’imprenditore, specificando che a oggi sta sostenendo la crescita del business da solo, visti i costi convenienti per reperire i capitali.

Interpellato sull’argomento, Claudio Marenzi, al vertice di Herno, ha detto: «Non mi precludo alcuna ipotesi, né l’apertura a fondi né altro, ma ci deve essere una ragione. Temo che, avendo troppe risorse a disposizione, si utilizzino male: la finanza normalmente mette fretta e si rischia di sbagliare».    

Uno degli errori potrebbe essere puntare a una crescita incompatibile con l'alto di gamma. «Herno - ha spiegato Marenzi - progredisce del 12-13% l’anno. Significa 20-30mila capi in più da realizzare, mantenendo gli stessi livelli alti di qualità: è un processo complesso, non un gioco da ragazzi».

«Fra 10 anni la nostra industria sarà completamente diversa. Soci esterni, fondi o altro: noi siamo aperti a tutti», ha dichiarato Ercole Botto Poala, ceo dell’azienda tessile Successori Reda. «Si potrebbe trovare un partner per fare massa critica, non necessariamente un socio», ha ipotizzato. «Al momento - ha proseguito - non abbiamo bisogno di finanza. Più che altro ci servono competenze, soprattutto pensando che l’innovazione tecnologica sta arrivando nella supply chain».

Intervenuto all’appuntamento di Mediobanca, il ceo di Twinset, Alessando Varisco, ha fornito una testimonianza della sua esperienza di manager accanto ai fondi di private equity: nello specifico Carlyle, che pare sia prossimo alla cessione dell’azienda carpigiana.

«Lavorare con un fondo - ha affermato Varisco - è una grande opportunità, soprattutto perché dà delle regole, impone una disciplina». «Inoltre - ha concluso - amplia gli orizzonti. Aprendo porte e contatti, permette una contaminazione fra settori».

e.f.
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