«Non si tratta di una puntata one shot, ma di un percorso importante, voluto con forza da tutto il team»:
Massimo Gianfrate, direttore creativo di
Berwich, non nasconde la sua soddisfazione nel presentare il nuovo progetto
Fits Everybody, svelato a Milano in occasione della fashion week.
Un’iniziativa sintetizzata da dieci scatti a volti reali, emblema di un’estetica senza barriere, oltre pregiudizi e tabù, e che esprime la volontà dell’azienda specializzata nei pantaloni di mettersi in gioco, prestandosi a veicolare concetti come unicità e diversità.
La campagna - ideata da
Domingo Communication e con le foto di
Jonathan Santoro - ha risvolti anche concreti, grazie alla decisione di sostenere una realtà no profit,
Save the Olives, nata nel 2013 da un gruppo di volontari per affrontare l’epidemia di Xylella in Puglia, terra natia del marchio.
Un percorso in direzione dell’inclusività che va di pari passo con un’evoluzione dell’azienda a 360 gradi: «Stiamo rafforzando il team – racconta a
fashionmagazine.it Gianfrate – perché abbiamo visto che avere in mano la filiera, presidiando sviluppo e produzione, porta enormi vantaggi, anche sul fronte della tempistica e delle consegne».
In un momento in cui la crisi della supply chain e il caro energia stanno mettendo a dura prova la resilienza delle imprese, si tratta di un indubbio vantaggio competitivo: «Grazie a un percorso verso la sostenibilità iniziato circa dieci anni fa, che ci vede impegnati in diverse iniziative antispreco, in primis il riciclo dei tessuti – precisa il direttore creativo (nella foto sotto) – a livello energetico oggi siamo indipendenti per il 75% e speriamo di arrivare presto al 100%».
Un discorso che non vale invece per il gas, che alimenta l’impianto per lo stiro dei pantaloni e che per Berwich rappresenta dunque una voce di spesa importante.
Dopo il conflitto russo-ucraino anche la mappa commerciale del brand ha cambiato fisionomia, attraverso nuovi interessanti sbocchi in Paesi come Kazakistan, Uzbekistan e, soprattutto, Nord Europa, «che ci sta dando grandi soddisfazioni, come del resto il Giappone, la Turchia e gli Stati Uniti».
L’export rappresenta una fetta importante del business (il 65%), forte del dialogo con 480 clienti, ma anche l’Italia gioca un ruolo determinante, trainata dal flagship di corso Manzoni a Milano: «Un format che ci piacerebbe esportare oltreconfine. È vero - precisa - siamo una vetrina monoprodotto, ma abbiamo delle carte vincenti in mano, come il grande know how nei materiali e nella vestibilità».
Intanto fa progressi anche l’e-commerce, che ha aperto i battenti durante la pandemia e oggi rappresenta il 5% delle entrate, grazie a una piattaforma che serve il mercato europeo: «In quanto marchio votato soprattutto al wholesale – conclude Gianfrate – stiamo investendo sul canale digitale ma in chiave B2B, puntando in primis sul servizio».