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I 20 anni di Dondup, tra eccellenza marchigiana e vocazione internazionale

«Un’azienda con un passato meraviglioso, ma oggi completamente proiettata nel futuro, dopo un cammino 2.0 che l’ha reinventata e riorganizzata per affrontare le nuove sfide del digital e dell’internazionalizzazione», Matteo Marzotto, presidente di Dondup, ha dato il via ieri, 16 giugno, ai festeggiamenti per i 20 anni del brand. Che punta sempre più sulla sostenibilità, con il progetto Detox.

 

Reduce dalla traversata dello stretto di Messina, con l’obiettivo di raccogliere fondi per finanziare i progetti di ricerca promossi dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica di cui è cofondatore e presidente, Marzotto ha raccontato: «Da quando sono arrivato in azienda, tre anni fa, abbiamo affrontato un cammino di progressiva trasformazione. Oggi Dondup è un’impresa maggiorenne, con azionisti ben chiari (il fondo LCatterton, che ne detiene il 91%, ndr), un cammino strategico definito e con un management qualificato».

 

«Restiamo fortemente ancorati al made in Italy, un grande plus - ha chiarito Marzotto -. Ma le eccellenze devono essere messe in ordine, altrimenti si perdono chance importanti. E noi in due anni siamo riusciti a rivedere le tempistiche di presentazione delle linee, con la pre-collection che esce nei tempi giusti al 20 maggio, quando prima si arrivava a settembre con un'enorme collezione, in ritardo rispetto al mercato internazionale».

 

A proposito di management, accanto a Marzotto c’era Matteo Anchisi, il nuovo amministratore delegato di Dondup, che ha preso il posto di Marco Casoni: «Ha snellito la struttura manageriale e ha dato spazio alle figure interne, persone giovani e dalle grandi potenzialità, come Giulio Montoni, retail manager con responsabilità anche per le operation riguardanti l’azienda», ha spiegato Marzotto.

 

I 20 anni sono un anniversario che Dondup vuole festeggiare con delle azioni tangibili, concentrandosi sui suoi punti di forza. In primis il percorso Detox, partito con il denim D/Zero, a basso impatto ambientale, frutto della collaborazione con Candiani e con Chicco Barina, a capo dell'ufficio stile della label.

 

«Un progetto che ora prosegue con nuove categorie di prodotto, identificate e certificate da un labelling interno. L'inizio di un cammino che sarà il futuro dell’azienda e che ci porterà a poter tracciare tutti i prodotti», ha spiegato Matteo Anchisi, mostrando a questo proposito la limited edition anniversary di 300 pantaloni in denim, lanciata per l’occasione, ovviamente Detox.

 

«Le tele indigo sono la nostra forza e tutt’oggi valgono il 40% delle vendite - ha spiegato il ceo -. Vorremmo focalizzarci sempre più sulle nuove tecnologie legate al premium denim made in Italy. Non a caso in autunno lanciamo una campagna che celebra proprio la nostra eccellenza in questo settore».

 

Marzotto ha tenuto a evidenziare il buono stato di salute dell’azienda: una realtà con ebitda 2018 del 26,7%, che si avvicina a superare i 55 milioni di euro di fatturato. «Oggi il 65% delle vendite è ancora realizzato in Italia, con un potenziale molto forte all’estero, dove siamo percepiti anche meglio che nel nostro Paese - ha sottolineato -. Attualmente siamo ben posizionati in Nord Europa e in Germania e iniziamo ad andare bene in Spagna, dove abbiamo fatto un’operazione recente con El Corte Inglés, mentre intravediamo buone propettive in Francia».

 

Il momento positivo di Dondup si riflette anche nelle politiche aziendali, che vedono al centro la forza lavoro di base a Fossombrone, in provincia di Pesaro-Urbino: circa 100 addetti.

 

«Promuoviamo iniziative volte a tutelare il benessere dei lavoratori, come corsi di yoga e settimane estive corte - ha concluso Anchisi -. Cerchiamo di rivolgere attenzione alle persone che ci danno tanto ogni giorno, a cui chiediamo uno sforzo importante, in un momento in cui l’azienda sta cambiando pelle».

c.me.
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