Nel 2018 i ricavi sfiorano i 600 milioni

Cristina Scocchia (Kiko): «Ora l'espansione a Est e il raddoppio dell'e-commerce»

Il 2018 ha visto un ebitda di 41,5 milioni di euro, il 37% in più rispetto al 2017, ricavi per 596 milioni (-2,5% rispetto al 2017) e lo stop a 137 negozi (ossia il 13% della rete). Con questi numeri Cristina Scocchia, ceo di Kiko, riassume al Sole 24 Ore quello che per il marchio di beauty è stato l'anno della svolta.

«Nonostante la chiusura di diversi punti vendita - ha spiegato Scocchia al quotidiano - il fatturato è stato sostanzialmente stabile. L’impatto della razionalizzazione della rete di monomarca è compensato dall’espansione in Medio Oriente (Emirati, Kuwait, Qatar e Libano) e in Asia (India e Hong Kong), con una crescita del 54%, e da un rafforzamento nel canale e-commerce, dove l'incremento è stato del 28%».

Il gruppo italiano della cosmesi, fondato nel 1997 da Antonio e Stefano Percassi, oggi è controllato dalla holding Odissea Srl e partecipato dalla private equity Peninsula, che detiene una quota del 33%. Nel 2019 porterà avanti il piano industriale già avviato, che mette al centro internazionalizzazione (in particolare a Est), e-commerce e potenziamento del franchising.

La presenza geografica di Kiko è stata ridisegnata: chiusi mercati e store non strategici in Usa, Regno Unito e Germania, mentre in parallelo è stata rafforzata la presenza in Medio Oriente e Asia. «Nel 2018 ci sono state 19 inaugurazioni e per quest’anno ne prevediamo un’altra ventina», ha commentato la ceo.

Confermata la centralità del web, come dimostrano gli accordi siglati con con importanti marketplace in Cina, India, Uk e Usa. «Il nostro obiettivo - svela la manager -  è di raddoppiare l’incidenza delle vendite online sul fatturato entro il 2020, passando dal 3,5% del 2017 al 7%.

an.bi.
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