La cinese ByteDance, che controlla TikTok - social network in forte ascesa nelle preferenze dei brand della moda - ha rifiutato l’offerta di acquisto delle attività negli Usa presentata da Microsoft e ora si parla di trattative per una partnership con Oracle.
Tuttavia, la struttura dell’intesa non è del tutto chiara. Il colosso informatico californiano non sarebbe la controparte di una vera e propria vendita ma un partner commerciale e tecnologico (si parla di “trusted tech partner”) della società di Pechino.
Il 15 settembre sarebbe il termine ultimo fissato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la vendita dell’app di condivisione video, che piace tanto ai ragazzini ma pone un grosso problema di sicurezza dei dati.
Solo in America si parla di oltre 100 milioni di utenti mensili (erano 11 milioni all’inizio del 2018) e di altrettanti in Europa, per un totale di quasi 690 milioni nel mondo.
Il divieto di operare negli States, se non si realizzerà la cessione a un’azienda americana, scatterebbe il 29 settembre. In India l’app è già stata messa al bando da giugno: pregiudicherebbe la sovranità e l’integrità del Paese, la sua difesa interna, la sicurezza e l’ordine pubblico.
In base a quanto riporta il Wall Street Journal, il termine per la vendita delle operazioni statunitensi di TikTok sarebbe il 20 settembre. I media americani prospettano un possibile accordo di Oracle (il co-fondatore Larry Ellison è un sostenitore di Trump) con i cinesi entro il 12 novembre 2020, mentre l’emittente di Stato cinese in lingua inglese China Global Television, smentisce qualsiasi vendita delle operations americane da parte di ByteDance, come pure la messa a disposizione del codice sorgente della piattaforma video.