nel fiscal year ricavi a 2,31 trilioni di yen

Fast Retailing fa il pieno di utili, ma non basta: la scommessa è la digital innovation

Mentre Uniqlo si prepara a lanciare una capsule con Alexander Wang, la casa madre giapponese Fast Retailing pubblica il bilancio del fiscal year chiuso lo scorso 31 agosto: l'utile netto è aumentato di quasi il 30%, a quota 154,81 miliardi di yen e l'utile operativo ha fatto un balzo del 33,9%, raggiungendo 236,2 miliardi di yen.

2,13 trilioni di yen è la cifra relativa ai ricavi (+14,4%, con il superamento del tetto dei 2 trilioni), in un percorso di avvicinamento all'obiettivo del quasi 70enne chairman e ceo Tadashi Yanai (nella foto): salire a 3 trilioni e soprattutto far sì che Fast Retailing diventi il retailer di abbigliamento numero uno al mondo, superando H&M e Zara.

Il marchio ammiraglio Uniqlo, che si prepara ad aprire il primo store italiano in piazza Cordusio a Milano (sui social circola anche un'ipotetica data di inaugurazione, il 6 aprile), ha visto il turnover internazionale balzare a 896,3 miliardi di yen, con un incremento del 26,6%, mentre l'utile operativo ha totalizzato 119 miliardi (+24,1%). La cifra relativa al Giappone è di 864,7 miliardi di yen (+6,7%), trainata da un +29,4% dell'e-commerce, che equivale al 7,3% del sell out.

La strategia relativa al brand durante l'anno fiscale 2019 mira a un potenziamento delle vendite online in madrepatria, visto che sono ancora piuttosto ridotte, mentre all'estero si profila l'avvio di un centinaio di negozi nella regione della Greater China e altri 50 tra Sud Est asiatico e Oceania.

A livello di comunicazione, Uniqlo ha "soffiato" un testimonial di spicco a Nike: Roger Federer, il cui cachet si vocifera si aggiri sui 30 milioni di dollari annui.

Tra gli investimenti più consistenti di Fast Retailing c'è quello nella completa automazione dei magazzini in tutto il mondo: annunciato il 9 ottobre, comporta lo stanziamento di 100 miliardi di yen e l'ampliamento della partnership con Daifuku, azienda specializzata nella logistica.

Come riporta Reuters, nel centro distributivo di Ariake a Tokyo, recentemente automatizzato, c'è stato un taglio del personale del 90%, a fronte di un'operatività lungo tutte le 24 ore.

La società sta inoltre lavorando sulla supply chain, in modo da ridurre le rimanenze e immettere sul mercato i prodotti che davvero servono ai consumatori: a questo proposito, in settembre è stata lanciata una collaborazione con Google Cloud che rappresenta un tassello fondamentale della trasformazione dell'azienda da semplice retailer a "digital consumer retail company".

A breve Fast Retailing riciclerà anche i capi smessi dai clienti e sta inoltre pianificando di dotare di Rfid ognuno degli 1,3 miliardi di indumenti realizzati annualmente, in modo da tracciarli facilmente in tutto il loro percorso dall'azienda al punto vendita.

L'outlook sull'anno che si chiuderà a fine agosto 2019 è all'insegna di un rialzo del 6,6% dell'utile netto, a quota 165 miliardi di yen, con un utile operativo di 270 miliardi (+14,3%) e un fatturato di 2,3 trilioni di yen (+8%).

La previsione sul network distributivo dei marchi del gruppo è di 3.677 negozi, tra cui 827 (compresi gli spazi in franchising) relativi a Uniqlo Japan e 1.412 a Uniqlo International.

Non si capisce bene, invece, cosa farà il patron Tadashi Yanai quando avrà varcato la soglia dei 70 anni: mesi fa aveva annunciato che si sarebbe ritirato ma ora preferisce glissare sull'argomento, anche se ha promosso due figli a posizioni di rilievo nel management.


A cura della redazione
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