L’annus horribilis della pandemia ha lasciato il segno anche sulla Salvatore Ferragamo, che chiude il 2020 con ricavi pari a 915,8 milioni di euro, in flessione del 33,5% rispetto all’anno precedente, seppure con una ripresa nel quarto trimestre, grazie soprattutto alla rimonta di Cina e Taiwan.
Nel complesso il fiscal year si è concluso con una perdita netta pari a 71,6 milioni, rispetto all’utile netto positivo per 87,3 milioni del 2019.
Praticamente dimezzato l'ebitda (-52,2%), che scivola a 160,2 milioni di euro, ed ebit negativo pari a 61,5 milioni.
Al 31 dicembre, l’Asia Pacifico – nonostante il calo dei ricavi del 25,5% - si presenta come la regione che meglio contribuisce alle entrate del gruppo, con una quota del 41,6%, in crescita rispetto al 37,1% dell’anno precedente.
Ha risentito maggiormente delle restrizioni anti Covid il mercato europeo, che ha subìto una flessione dei ricavi pari al -42,5%.
Gli investimenti si sono concentrati nella ristrutturazione della rete distributiva e nello sviluppo dell'e-commerce, con il lancio nei primi nove mesi del 2020 di un nuovo sito di vendite online in Canada, Usa, Messico, Corea del Sud, Australia, Cina, Giappone, area euro e Regno Unito.
Approvato anche il nuovo cda che resterà in carica per il triennio 2021-2023, composto da dieci membri: Leonardo Ferragamo (nella foto, nominato presidente non esecutivo), Michele Norsa (vice presidente esecutivo), Micaela le Divelec Lemmi (amministratore delegato), Giacomo Ferragamo, Angelica Visconti, Peter K.C. Woo, Umberto Tombari, Patrizia Michela Giangualano, Marinella Soldi e Anna Zanardi Cappon.
In tarda mattinata il titolo a Piazza Affari saliva dell'1,23% a 18,15 euro.