Nel report di bilancio 2019 la fashion house tedesca Hugo Boss allerta sui risultati del 2020, cominciato con l’epidemia. Già dalla fine di gennaio il gruppo ha chiuso gran parte dei negozi fra Cina, Hong Kong e Macao e ha registrato un calo evidente delle vendite generate dai turisti cinesi negli altri mercati chiave.
Nel nuovo esercizio è attesa una situazione di ricavi invariati o al più in aumento del 2%, in linea con la performance del 2019, nel corso del quale sono stati raggiunti i 2,88 miliardi di euro di fatturato.
L’outlook tiene conto di una graduale normalizzazione della situazione verso metà anno e include gli effetti della normativa Ifrs 16 (sulla contabilità dei leasing).
In particolare per l’Asia-Pacifico è previsto un calo delle vendite “single digit”, mentre nelle America è attesa una situazione di stabilità. L’Europa dovrebbe mostrare un aumento dei ricavi “low single digit”.
L’ebit, che nel 2019 è sceso del’1% a 344 milioni di euro, dovrebbe collocarsi nell’intervallo 320-350 milioni per fine anno.
L’utile netto 2020 dovrebbe aumentare fino a una percentuale del 10%. Alla fine del 2019 il profitto è diminuito del 13% a 205 milioni.
A oggi il maggiore azionista singolo della società è la famiglia Marzotto che attraverso Pfc Srl e Zignago Holding Spa, ha in mano il 10% dei diritti di voto.
Il managing board intende proporre all’assemblea dei soci del 7 maggio un dividendo di 2,75 euro per azione, dai 2,70 del 2018.
Il management guidato da Mark Langer resta convinto delle potenzialità del business in Asia/Pacifico, dove le vendite sono stimate in aumento del 20% entro il 2022 (+15% nel 2018). Nei prossimi anni c’è il progetto di aprire altri negozi in mainland China e ci si aspetta un contributo dal business online.
Il gruppo ha annunciato oggi anche l’ingresso di Heiko Schäfer (a destra nella foto, con il ceo Langer) come chief operating officer, con efficacia dal 16 marzo. Guiderà le aree di sviluppo prodotto, sourcing, produzione interna, operations, sostenibilità e quality management. Schäfer ha iniziato la carriera nel 2002 presso Boston Consulting Group, dove seguiva i clienti delle aree consumer goods e retail. Nel 2008 è entrato in adidas Ag come senior vice president. Nel 2015 è entrato a far parte del managing board con la carica di coo di Tom Tailor Group, per poi diventare ceo nel 2016.
Poco dopo le 15 il titolo Hugo Boss sale del 3,4% alla Borsa di Francoforte, a 39,3 euro per azione, mentre l’indice Dax scende dell’1,89%.