Non un semplice marchio di moda, ma una factory culturale. Questa in sintesi è il progetto Persian Idea, che è stato presentato a Pitti Uomo con una sfilata sul rooftop dell'hotel Baglioni. Tutto nasce dall’idea del giovane imprenditore Javad Sedghamiz, fondatore e vicepresidente del TGU (Teheran Garment Union), che tra le iniziative in programma ha anche quello di uno store a Milano.
Ma Persian Idea, con sede a Teheran, si propone non solo come marchio di moda, «siamo una factory culturale, il cui manifesto troverà realizzazione oltre che in linee di abbigliamento, nell’arte, nei media, nella ricerca tecnologica» racconta Sedghamiz, proveniente da una famiglia che da generazioni produce abbigliamento in Iran.
«La presenza a Pitti Uomo - prosegue l'imprenditore - è fondamentale per farci conoscere e l'anno prossimo saremo presenti direttamente con uno stand, mentre abbiamo scelto di presentare la collezione donna a Parigi, dove ci piacerebbe aprire un monomarca».
La collezione presentata a Pitti Uomo, intitolata “Siyavash”, prende ispirazione dalla figura dell’omonimo principe persiano, una figura leggendaria simbolo di bellezza e gentilezza, celebrato nella letteratura per la devozione coniugale, la morigeratezza ed il senso di sacrificio.
Frutto del lavoro di un collettivo di otto stilisti iraniani, la collezione si compone di 40 look. I capi sono realizzati esclusivamente utilizzando tessuti naturali e per lo più riciclabili.
«Il nostro stile punta a fare da tramite tra le proposte europee e quelle estremo-orientali. Per noi l'aperura all'Europa è molto importante per misurare le nostre capacità. Sappiamo che a livello tecnico non siamo ancora in grado di arrivare ai livelli produttivi italiani, né possiamo competere con i volumi di Cina e India».
Persian Idea ha già all'attivo uno showroom di 700 metri quadrati a Teheran, città dove si trova anche il primo monomarca del brand, che ha in programma altri due negozi nel 2019 nella capitale iraniana.