Lei è Francesca Monaco, pugliese, sei anni alle spalle nelle fila di Costume National. Lui si chiama Salar Bicheranloo, di origini messicane e una formazione nell'architettura e nel design.
Coetanei (36 anni), sposati da tre, condividono vita privata e affari: otto anni fa hanno lanciato Salar Milano, una collezione di borse made in Milan, appunto, che anche grazie al tam tam dei social e all'influencer marketing è riuscita a trasformarsi in breve tempo in un marchio cool, indossato da celebrity come Olivia Palermo, Victoria Justice e Chiara Ferragni.
Altre mosse strategiche azzeccate, come la partecipazione a fiere come Mipel, Tranoï e Coterie e la partnership con Tomorrow (showroom che oggi distribuisce il brand a livello itnernazionale), li porta ad allargare gli orizzonti, fino a presidiare una ventina di Paesi e a fidelizzare circa 130 clienti wholesale.
«La Cina - racconta a fashionmagazine.it Francesca Monaco - è il nostro mercato più importante, dove realizziamo il 40% del fatturato, anche se siamo partiti dall'Italia. Parallelamente stiamo avanzando nel Middle East e negli Stati Uniti, specialmente nella West Coast».
Salar Milano ha chiuso il 2017 a quota 2 milioni di euro e per il 2018 è prevista una crescita del 15%, anche grazie al lancio della prima collezione di calzature: «Il footwear - racconta Francesca - debutterà sul mercato con la Spring-Summer 2019 e sarà contraddistinto da un elemento iconico del brand, la borchia piramidale, visibile sul tacco».
Come per le borse, si tratta di proposte 100% made in Italy, realizzate questa volta nelle Marche: «Un'evoluzione naturale per noi - commenta l'imprenditrice-designer - anche in vista degli sviluppi in ambito retail».
Ai primi di dicembre è infatti prevista l'inaugurazione del primo monomarca a insegna Salar Milano: location prescelta è Shanghai, che farà da apripista a una serie di new opening sul territorio cinese.
«Nel giro di sei mesi - precisa - apriremo altri tre negozi, a Pechino, Chengdu e Nanjing, oltre a sbarcare online su piattaforme come Tmall e Jd».
Negli altri mercati di riferimento, in primis in Europa, la formula per farsi strada nell'offline sarà invece quella dei temporary store, con tappa a Milano a febbraio, quando alla Rinascente (dove il marchio è presente da alcune stagioni) sarà avviato il primo pop-up.
Senza dimenticare il côté online, che attualmente genera il 20% del fatturato: «Anche sul web - conclude Francesca Monaco - i nostri aficionados sono i clienti cinesi, non necessariamente from China, che apprezzano il design e il savoir faire italiani, proposti a un prezzo contemporary».