La pandemia impatta sul fatturato di Valentino. La maison romana guidata dal ceo Jacopo Venturini archivia il 2020 con un fatturato pari a 882 milioni di euro, in calo del 27% a cambi costanti (28% a cambi correnti) rispetto al 2019, quando i ricavi erano stati 1,22 miliardi (+2,4%).
Un dato in linea con il mercato (le stime di settore parlano di una contrazione compresa tra il 25 e il 30%) e che vede nell'online e nella Cina gli strumenti più efficaci della casa di moda per contrastare la crisi innescata dal Covid-19.
Secondo quanto comunicato da Valentino, infatti, le vendite attraverso il canale online nel 2020 sono cresciute a doppia cifra fino a raggiungere il +62% e arrivando a rappresentare il 14% del totale retail business.
A mitigare le performance poco brillanti dei primi sei mesi del 2020, particolarmente segnati dai vari lockdown e dalle limitazioni negli spostamenti, ci pensa anche il business retail in Cina, che lo scorso anno ha registrato un positivo +44% rispetto al 2019.
Come la maggior parte delle aziende del settore lusso, anche Valentino ha riportato segnali incoraggianti nell'ultimo trimestre del 2020, chiudendo la campagna vendita della collezione pre-fall 2021 con un +25%di ordini rispetto alla pre spring 2021, presentata a luglio 2020, e in linea con la stessa stagione dell'anno precedente, ovvero quando la parola Covid non era ancora all'ordine del giorno.
«I risultati finanziari dell’anno 2020 - ha dichiarato in una nota Rachid Mohamed Rachid, presidente della griffe - evidenziano un settore fortemente penalizzato dalla emergenza sanitaria globale. Oggi più che mai è fondamentale concentrarsi sul nostro business omnichannel, con una particolare attenzione all’innovazione e alle tecnologie digitali avanzate».
«La prima pre-collezione, la Diary, lanciata durante questo nuovo corso aziendale - ha concluso Rachid - ha avuto un impatto positivo sul giro d’affari globale. Questo riconferma il forte interesse da parte dei nostri clienti per i nostri prodotti, che esprimono al meglio l’artigianalità, la creatività e la qualità del brand».