Otto anni di crescita double digit

Stone Island corre (+30%): avanti con gli investimenti, dal retail alla maglieria

Ottavo anno consecutivo in crescita double digit per Stone Island, mentre in prospettiva già si delinea in corsa anche il 2019: il marchio di Sportswear Company chiude il 2018 con un aumento delle vendite del 30%, a 192 milioni di euro, e in base ai risultati positivi delle campagne vendita prevede per l'anno in corso un incremento del giro d'affari del 20%. Lo rivela in questa intervista a fashionmagazine.it il patron del brand della rosa dei venti, Carlo Rivetti, che abbiamo incontrato nel nuovo negozio del marchio aperto da pochi giorni fa in corso Matteotti a Milano e che sarà inaugurato con un evento durante la fashion week di giugno.

 

Come giudica il 2018 di Stone Island e quali sono le prospettive per il prossimo esercizio?
Abbiamo mancato per un soffio il traguardo dei 200 milioni, che ci eravamo prefissi 12 mesi fa, ma siamo ugualmente molto soddisfatti, anche perché anno dopo anno aumenta la redditività: l'ebitda nel 2018 è arrivato a 57 milioni, in crescita del 51%. L'appuntamento con i 200 milioni è solo rimandato, ma intanto abbiamo registrato altri record molto significativi, come quello dei capi prodotti che l'anno scorso hanno superato 2 milioni di pezzi (+28%) e quello del personale: oggi siamo in 230 più del doppio rispetto a 10 anni fa.

 

Una performance frutto degli investimenti sul piano internazionale?
In effetti l’incidenza dei mercati esteri è in continuo aumento, salita a quota 72% delle vendite. Sono felice di poter dire che i risultati sul mercato americano, su cui abbiamo investito molto nelle ultime stagioni a cominciare dagli opening a New York e Los Angeles, sono più che lusinghieri: attualmente gli Stati Uniti rappresentano già il nostro quinto mercato, ma sono altrettanto felice di constatare che l'Italia, che pesa per il 28% dei ricavi, continua a incrementare il fatturato.

 

Per questo avete deciso di rilanciare con l'opening di Milano in corso Matteotti?
Per noi era importante comunicare a Milano un'immagine più forte e più in linea con il brand oggi. Il punto vendita di corso Venezia è stato il nostro primo monomarca, aperto nel 1999, da allora le cose sono cambiate e questo nuovo spazio lo dimostra chiaramente. Si tratta del nostro 24esimo store al mondo, il secondo più grande dopo quello di Los Angeles. Proprio i risultati ottenuti dagli ultimi opening tra l'America e il Giappone, su superfici più alte rispetto alla nostra media, ci hanno convinto che eravamo pronti per un progetto come questo.

 

In realtà i new opening a Milano sono due: lo store di corso Venezia infatti da sabato diventerà il nuovo monomarca della linea junior...
Si tratta di un test. Avevamo lo spazio a disposizione e abbiamo pensato che poteva essere il modo giusto per sostenere un business, quello del childrenswear, in salute e che vale il 6% del fatturato.

 

Ci sono altre aperture in vista?
Nel secondo semestre apriremo a Toronto, dal Canada stanno arrivando segnali davvero molto incoraggianti.

Avete superato i 2 milioni di pezzi venduti, si tratta principalmente di capispalla?
Ovviamente il capospalla resta il best seller Stone Island, ma tutte le categorie di prodotto concorrono alla  nostra crescita, a cominciare dalla maglieria, su cui abbiamo investito molto nelle ultime stagioni e continueremo a farlo come dimostra l'acquisizione del 75% di Officina della Maglia*. Anche i pantaloni, cargo in particolare, stanno conquistando mercato, spinti dal consumatore cinese, che ha dimostrato di apprezzarli particolarmente.

* Per errore nel numero 6 di Fashion dove è stata pubblicata questa intervista, nel sommario si fa riferimento all'aquisizione da parte di Sportswear Company di Tintoria Emiliana anziché di Officina della Maglia. Ce ne scusiamo con i lettori e con i diretti interessati.

an.bi.
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