Non si vedono abiti in glitter e stoffe sontuose neanche a parlarne. Un vero e proprio azzardo se si pensa che si tratta della nuova collezione di The Attico, marchio impostosi commercialmente per l'eleganza iper glamour delle sue creazioni. Ma le cose ora sono cambiate e le stiliste fondatrici del brand, Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini, hanno deciso di esplorare una nuova dimensione più leisure, dando ai nuovi capi (tra cui T-shirt, felpe e pantalonida skater) uno spirito più sportivo.
La capsule Life at Large, presentata oggi in occasione della fashion week di Milano, nasce dalla volontà di The Attico di abbracciare una audience più ampia (date le forme morbide alcuni look sono stati indossati da modelli uomini), ma segna anche l'inizio della nuova strategia commerciale del marchio, incentrata più sul consumatore che sul trade e che ha scelto di comunicare il prodotto solo in concomitanza con la consegna nelle boutique.
Mentre la maggior parte dei brand impegnati nella settimana della moda virtuale presenta le proposte per l'autunno-inverno 2021/22, Life at Large, invece, rappresenta parte dell'offerta Spring/Summer 2021 di The Attico. «Crediamo che la rilevanza e propulsività di un brand si misurino attraverso la costruzione di una marca forte e la realizzazione di sell-through elevati e la a nuova strategia nasce proprio su questa direttrice», racconta Stefano Marcovaldi, ceo di The Attico dal 2018, ovvero da quando il brand è stato acquistato per il 49% dalla Archive srl, società controllata da Ruffini Partecipazioni, che fa capo a Remo Ruffini, patron di Moncler.
Oggi Life at Large, viene presentata ufficialmente, ma la campagna vendita si è conclusa. Com'è andata? Che riscontri ha ottenuto questa nuova dimensione più casual di The Attico?
La campagna vendita di Life at Large è andata molto bene, cosi come quella della successiva FW21. La pandemia ha sicuramente pesato sulle prospettive di crescita di breve periodo, ma top line e marginalità sono comunque aumentati rispetto al 2019. Inoltre, l’aspetto più confortante è stata la tenuta dei sell-through, nonostante una tipologia di prodotto principalmente “evening” che teoricamente avrebbe dovuto risentire fortemente di un taglio dei consumi.
Voi siete un brand che vive di wholesale, come hanno reagito a questa nuova strategia i buyer?
Decisamente molto positiva, in quanto i nostri partner si sono dimostrati pienamente consapevoli sia della "vetustà" di alcune dinamiche tradizionali di settore - eccessiva frequenza di collezioni ripetitive, asincronicità delle consegne rispetto alle necessità stagionali di utilizzo, modelli di presentazione delle collezioni spesso comunicativamente inefficaci - sia di essere i primi beneficiari di un eventuale miglioramento delle vendite.
A quanti clienti ammonta il vostro network a livello globale e quali sono i vostri principali mercati?
Attualmente siamo globalmente distribuiti in circa 200 door. Numericamente, Europa e Nord America rappresentano i principali mercati.
La collezione Life at Large sembra imprimere un cambio di rotta nello stile di The Attico? Capi leisure come felpe e T-shirt entreranno a far parte del guardaroba del marchio al pari di minigonne e mini dress?
La nuova strategia prevede due collezioni l’anno, a cui si aggiungono una serie di progetti speciali complementari. Il tutto comunicato contestualmente alla consegna nelle boutique. Questo nasce per fornire a Giorgia e Gilda la massima libertà creativa nella costruzione di un linguaggio di marca moderno, rilevante e trasversale. E si declina attraverso la libertà di esplorare categorie di prodotto non-core, così come di comunicarle attraverso format e modalità non rigide o ripetitive. Per quanto riguarda l'offerta, il brand ha una specifica reference di donna e l’obiettivo è gradualmente costruire una componente di collezione che possa coprirle più necessità di utilizzo – leisure e daywear inclusi, ma con una chiara attitude The Attico e una forte connotazione stilistica. Non “plain merchadising” quindi.