On stage a Firenze con un evento a Palazzo Pucci per la presentazione di
Emilio Pucci Junior,
Simonetta (ri)accoglie in “famiglia” il childrenswear di
Fay e accelera oltreconfine, come racconta a
fashionmagazine.it il nuovo a.d.
Niccolò Monicelli, operativo nell'azienda di Jesi dallo scorso maggio.
Dalla vostra scuderia è uscito Lanvin, ma in compenso stanno entrando altri marchi in licenza... Il contratto di Lanvin era giunto a naturale scadenza. Di comune accordo abbiamo deciso di interrompere la collaborazione con la maison, per concentrarci su altri progetti. Tra le novità, il rientro in Simonetta di Fay Junior a partire dalla primavera-estate 2020, ma abbiamo anche trattative riservate in corso.
Come vi state muovendo a livello commerciale?Oggi il mercato è spaccato in due. La guerra di prezzo purtroppo vede player specializzati con i quali è davvero difficile competere. Noi puntiamo a essere partner di riferimento per le maison del lusso, alle quali possiamo offrire tutto il nostro know how a 360 gradi. L’estero è sempre più importante, con una quota export che ora è pari al 55% del fatturato. In futuro puntiamo a crescere, andando in profondità su molti mercati nei quali oggi siamo presenti solo in maniera superficiale: Russia, Nord Europa e Stati Uniti in testa.
Previsioni per il 2019?Abbiamo archiviato l’anno a 21 milioni di euro di fatturato e nel 2019 puntiamo a crescere del +30%, grazie alla spinta data dagli ultimi contratti siglati, sia di produzione che di licenza. Con questi nuovi importanti progetti anche la marginalità operativa ritornerà a dei livelli in linea con gli standard di settore.
(nella foto, Laudomia Pucci, Niccolò Monicelli e Mila Zegna Baruffa)
a.t.