Un nuovo opening ad Amsterdam il prossimo anno e poi, nel 2021, rotta su Londra, Seoul e Parigi. Contina l’ascesa di C.P. Company, a ritmo del +40% l’anno dal momento dell’acquisizione, nel 2015. Sotto i riflettori a Milano Moda Uomo il progetto Urban Protection, mentre si scommette sulla sostenibilità e sul web, come racconta a fashionmagazine.it Lorenzo Osti, presidente del brand.
È un momento di notevole dinamismo per il marchio nell’orbita di Tristate Holdings, quotata a Hong Kong, che si riflette nella presentazione alla kermesse milanese. Un allestimento di notevole impatto creato dall’artista-designer David Curtis-Ring su input del direttore creativo della label, Paul Harvey.
«Harvey - spiega Osti - si è ispirato alle immagini di Chernobyl, città abbandonata dopo il disastro atomico, dove la natura ha ripreso possesso del contesto, per ipotizzare un paesaggio urbano in cui è proprio alla natura che viene data la possibilità di tornare a crescere in modo vitale e spontaneo in mezzo alle forme architettoniche. Un Next Landscape in cui si muoverà l’uomo del futuro equipaggiato nel modo adaguato.
«Abbiamo riportato in vita un’icona di C.P. Company rimasta nascosta, un progetto di Moreno Ferrari del 1999/2000, battezzato Metropolis e incentrato sul tema dell'Urban Protection - prosegue -. I capi sono studiati per garantire la massima protezione in qualsiasi condizione ambientale e atmosferica. Una proposta destinata a durare più di una stagione che definisce un segmento nuovo con un branding inedito».
Dall'acquisizione, cinque anni fa, il marchio cresce del 40% ogni anno, ma Osti frena: «È ora di consolidare. Vogliamo costruire un percorso di lungo respiro, perché la nostra non è un’operazione speculativa».
Intanto si prepara all’inaugurazione del terzo monomarca, dopo quelli di Milano e Pechino del 2019: «Apriamo ad Amsterdam il prossimo 31 marzo e nel 2021 sarà la volta di Londra, Seoul e Parigi. Inoltre abbiamo numerosi shop-in-shop e contiamo su un network di circa 1.000 door, di cui quasi 300 in Italia».
Oggi il primo mercato per il brand è il Regno Unito, seguito da Italia, Corea e Francia, con la Germania che rappresenta una grande scommessa in questo momento.
Tra le priorità c’è anche l’e-commerce: «Un mio pallino – sottolinea Osti – che cresce più della media degli altri canali. Al momento vale il 5% del turnover, forte di un sito declinato in otto lingue e che spedisce in tutto il mondo. Ma ho un progetto più ampio, con cui punto a raggiungere il 10% nell’arco dei prossimi tre anni».
Altra sfida importante è la sostenibilità: «Nell’ultimo board abbiamo approvato una roadmap per la riduzione dell’impatto ambientale nei prossimi tre anni - conclude l'imprenditore -. Per il 2021 abbiamo in progetto un hub molto più grande e moderno a Padova, a impatto quasi zero, e inoltre per la prima volta abbiamo testato in collezione i nostri tessuti più venduti in versione riciclata, il Softshell e il Chrome. L’argomento è molto caldo e noi non siamo stati dei pionieri, ma c’è tanto da fare e siamo davvero motivati».