Prosegue il percorso Detox di Dondup, che rilancia sulla sostenibilità nei capi in denim e studia un approccio responsabile anche per altre categorie di prodotto. «Oggi tutti parlano di green, ma noi abbiamo le prove di laboratorio», spiega Matteo Marzotto, presidente dell'azienda. Da questa stagione tutti i capi del brand sono realizzati in Italia e l'inserimento di speciali etichette permette di tracciarne l'iter produttivo.
«Per certificare il nostro percorso ci siamo affidati a un'organizzazione specializzata che farà la mappatura dei nostri processi e ci certificherà come sustainable compliant su tutta la procedura. Sarà l'equivalente di una certificazione - racconta Matteo Marzotto -. E nel 2020 presenteremo il primo bilancio di sostenibilità».
«Il nostro - chiarisce - è un approccio concreto, frutto di studi reali e tangibili che nel denim, ossia il 40% del totale dei nostri prodotti, ci ha portati al prodotto D/Zero. Una proposta che ci ha consentito di risparmiare l'85% di acqua, il 27% di energia elettrica e il 25% di prodotti chimici; il tutto senza extra charge per il consumatore. Finora ci siamo focalizzati sul pantalone. Ora è il momento di passare ad altre categorie, cercando per ciascuna le soluzioni più opportune. Siamo in cammino».
Intanto si avvicina il traguardo del fiscal year, il 31 aprile: «Prevediamo di chiudere con un giro di affari stabile a circa 55 milioni di euro, con un ulteriore incremento della marginalità, che nello scorso anno aveva raggiunto una quota del 26,7% - rivela Marzotto -. La società è molto profittevole e la top line evolverà prevalentemente al crescere della percentuale di vendite oltrefrontiera. Quindi dobbiamo investire di più in comunicazione all'estero».
Oggi l'Italia copre il 60% del giro di affari, con la Germania e la Scandinavia al secondo posto in crescita double digit: «Abbiamo fatto delle buone puntate fuori dal Vecchio Continente, ma credo prima nell'importanza di consolidare i mercati europei, scommettendo sulle fashion capital dove passano tutti i clienti del mondo asiatico».