«È la manifattura che tiene in piedi l'Italia»

Bonomi (Confindustria): «Vogliamo un Governo che ascolti le imprese»

Un Governo capace di ascoltare e una politica che rinunci ai personalismi: è quanto si augura per il resto della legislatura il presidente di Confindustria Carlo Bonomi (nella foto con il premier Conte), che in un'intervista al Corriere della Sera non risparmia dure critiche all'esecutivo, colpevole di "non ha mai dato risposte" a proposte e istanze delle imprese.

Bonomi, in carica da maggio 2020, non pretende che il Governo faccia tutto ciò che dice Confindustria ma lancia un appello a "essere consultati” dal momento che «l’industria manifatturiera è quella che tiene in piedi il Paese, è il settore che genera indotto per i servizi ed è quello che va meglio: nel 2019, in piena crisi e nel silenzio generale, il manufatturiero italiano è persino salito da una posizione da ottavo a settimo nel mondo».

L'industriale, chiede alla politica «di uscire dalla gabbia dei personalismi». «È questa – spiega nell’intervista al quotidiano milanese – la vera emergenza. Si tende troppo a personalizzare e a cercare lo scontro ideologico. Nessuno parla più della realtà, ma la realtà bussa alla porta e presenta il conto».

Bonomi boccia anche il piano del governo per il Recovery e trova che sia un errore rifiutare il Mes. «Il Paese - sottolinea Bonomi - è sfiduciato, non ne può più di decisioni che cambiano ogni pochi giorni o di scoprire solo nelle conferenze stampa della domenica cosa si potrà fare il lunedì».

E sulla stabilità finanziaria dell’Italia Bonomi mostra preoccupazione. «Siamo appena al 12 gennaio e stiamo già facendo uno scostamento di bilancio di 24 miliardi. Usiamo i 65 miliardi del Recovery a copertura di provvedimenti già presi. E l’Europa – conclude il presidente di Confindustria – non sarà disposta per sempre ad accettare un continuo aumento del debito. Chiediamoci ora cosa succederà quando gli altri Paesi ripartiranno, se noi restiamo fermi come in passato».

an.bi.
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