Scendendo nel dettaglio dei singoli brand in portafoglio, nel secondo trimestre Versace ha registrato ricavi per 308 milioni di dollari, in crescita del 9,2%. L'utile operativo è stato pari a 62 milioni di dollari e il margine operativo del 20,1%, rispetto ai 55 milioni di dollari e al 19,5% dell'anno precedente.
Jimmy Choo ha messo a segno vendite per 142 milioni di dollari, in aumento del 3,6%, mentre l'utile operativo è stato di 8 milioni, con un margine del 5,6%.
In progressione anche Michael Kors, che ha archiviato il periodo con un +9,2% a 962 milioni, mentre l'utile operativo è cresciuto a 248 milioni, con un margine operativo del 25,8%.
Per l’intero fiscal year Capri Holding prevede di raggiungere un fatturato totale di circa 5,7 milioni di dollari, contro la precedente stima di 5,85 miliardi. Previsto invece un miglioramento del margine lordo di 50 punti base e di quello operativo al 18,3% circa. L’utile per azione (diluito) dovrebbe rimanere stabile a 6,85 dollari.
A livello di marchi, il gruppo stima che Versace raggiunga ricavi per 1,15 miliardi e un margine operativo di circa il 16%, Jimmy Choo per 640 milioni e un margine operativo al 5% e Michael Kors per 3,91 miliardi e un margine operativo al 25%.
«Siamo soddisfatti della nostra performance nel secondo trimestre poichè abbiamo ottenuto una forte crescita dei ricavi e un utile record per azione – commenta il presidente e a.d. John D. Idol -. Guardando al resto dell'anno fiscale, stiamo sposando una visione più prudente delle nostre prospettive a causa di un contesto macro-economico sempre più incerto, venti contrari in valuta estera e il continuo impatto delle restrizioni legate al Covid in Cina».
E ha concluso: «Dopo il 2023 rimaniamo ottimisti sul potenziale a lungo termine di Versace, Jimmy Choo e Michael Kors. I nostri marchi hanno un valore duraturo e una comprovata resilienza, che rafforzano la nostra fiducia nella capacità di fornire una forte crescita dei ricavi e degli utili» (nella foto, un outfit Versace).