Il marchio dello Swoosh continua a catalizzare l’attenzione dei consumatori pur in uno scenario difficile, su cui impattano l’aumento dei costi e l’eccesso di scorte. Nel secondo quarter del fiscal year 2023, chiuso lo scorso 30 novembre, Nike ha registrato ricavi in aumento del 17%, per un totale di 13,3 miliardi di dollari.
Le vendite dirette sono salite del 16% a 5,4 miliardi di dollari, il business online è cresciuto del 25% su base riportata, mentre i ricavi wholesale hanno registrato un +19%.
Il fatturato del brand Nike, in particolare, si è chiuso a +18%, per un totale di 12,7 miliardi, con un'avanzata sostenuta in tutte le aree geografiche e canali. Il giro di affari di Converse ha messo a segno un più esiguo +5% a 586 milioni di dollari.
Le vendite in tutte le categorie, compresi abbigliamento, calzature e accessori, sono progrediti in tutte le aree geografiche, fatta eccezione per l'apparel e le attrezzature nella Cina continentale, scese rispettivamente del 24% e del 39%.
La crescita double digit in Nord America, che nel footwear ha segnato un picco del +39%, ha contribuito a compensare i cali in Asia.
Tuttavia ulteriori ribassi per aiutare a eliminare l'inventario in eccesso, in particolare in Nord America, hanno ridotto i profitti. Così come hanno fatto i tassi di cambio sfavorevoli e gli elevati costi di trasporto, logistica e produzione. Pesa anche l'inventario in eccesso. Le scorte sono aumentate del 43% durante il trimestre a 9,3 miliardi di dollari, trainate da un aumento delle unità dovuto all'interruzione della catena di fornitura dell'anno prima e da costi di produzione più elevati.
Inoltre, gli oneri generali sono aumentati del 10% a 3 miliardi di dollari, trainati dagli investimenti in tecnologia e dalle spese salariali.
Di conseguenza, i profitti dell'azienda sono rimasti pressoché invariati a 1,331 miliardi di dollari, rispetto agli 1,337 miliardi di un anno fa. L'utile diluito per azione è salito del 2% a 0,85 dollari, dagli 0,83 dollari per azione dello scorso anno.