Zegna Baruffa Lane Borgosesia tra i protagonisti di Pitti Filati, che si chiude oggi (29 giugno) a Firenze in Fortezza da Basso. Un'edizione speciale per il gruppo presieduto da Alfredo Botto Poala, che proprio in questi giorni ha presentato il suo primo Bilancio di Sostenibilità.
«Dobbiamo riconoscere che sono stati i nostri clienti a suggerire l'opportunità di una narrazione che, forse per il tradizionale understatement biellese, ci è parsa a una prima riflessione non così necessaria» ha sottolineato Botto Poala in una lettera agli stakeholder, spiegando che finora la sostenibilità è stata considerata una componente "naturale" dell'azienda, da non comunicare in modo particolare perché intrinseca al dna.
Ma ora «Zegna Baruffa ha ritenuto importante redigere questo Bilancio di Sostenibilità (una pubblicazione di oltre 150 pagine, ndr), il cui scopo è quello di rendicontare in dettaglio quanto già realizzato sul tema e di definire le linee guida per i futuri obiettivi».
L'imprenditore ha ripercorso nella lettera una storia che ha inizio nel 1850, anno di fondazione della Manifattura Lane Borgosesia, e che ha avuto come costante una visione etica dell'impresa già a partire dal 1906, quando ricevette il premio per le Opere Sociali all'Esposizione Internazionale di Milano, attribuito per la Cassa Interna per la Previdenza degli Operai, o il Diploma d'Onore all'Esposizione Internazionale di Igiene Sociale di Roma del 1911.
Arrivando a tempi più recenti, «non possiamo non ricordare che, da più di 30 anni, la nostra azienda tratta internamente tutte le acque reflue con un proprio sistema di depurazione, costantemente oggetto di migliorie gestionali. Inoltre nel 2017 due dei tre stabilimenti operativi già utilizzavano energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e, dall'inizio di quest'anno, anche l'impianto di Borgosesia sarà fornito dallo stesso produttore, per una totale adesione a tale scelta».
Botto Poala ribadisce che la produzione integralmente italiana è in sé una garanzia di rispetto di severe norme ambientali e di correttezza nelle relazioni con i dipendenti e che «continueremo a investire su tecnologie meno energivore, in particolar modo nel recupero di calore dai processi, specie tintoriali, e nell'illuminazione. Nulla di straordinario, per chi è "sostenibile da sempre"».
L'azienda prevede 109 milioni di ricavi nel 2018 (+8% sul 2017). «Si conferma un tangibile aumento degli ordinativi nei primi cinque mesi rispetto all’analogo periodo 2017 - anticipano i portavoce della realtà biellese -. In quantità la crescita è dell'8,8% e in valore dell'11,4%. Tale incremento non trova ancora pieno riscontro in termini di fatturato: i ricavi a fine maggio ammontano a 61,3 milioni di euro (+6,1%), mentre il monte ordini evidenzia un valore di 10,8 milioni, dai precedenti 6,7 milioni».
«La redditività - aggiungono - risulta in marginale progresso rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il trend a cinque mesi fa presumere un allungamento della fase di piena produzione, con positiva ricaduta di conto economico».
A Pitti Filati Zegna Baruffa Lane Borgosesia ha presentato una collezione autunno-inverno 2019/2020 articolata in cinque temi: Radici (contraddistinto da filati essenziali e da uno spirito vintage ricercato), Calmi Naturali (all'insegna della lucentezza discreta della seta e della preziosa finezza di lana e cashmere), Inverno Denim (ispirato a uno dei grandi classici dell'abbigliamento dei giovani di sempre), Energia Rossa (in filati gonfi e light, che imitano la pelliccia) e Luce Profonda, sinonimo di uno stile formal chic.
Al centro delle collezioni Cashwool, che Alfredo Botto Poala definisce «il filato più copiato del mondo»: nato nel 1978, è realizzato in pura lana e, grazie al rinnovamento progressivo delle tecnologie applicate la filo, conta su una speciale alchimia di leggerezza, calore e morbidezza, qualità apprezzate nell'ambito della maglieria di alta gamma. (nella foto, lo stand di Zegna Baruffa Lane Borgosesia al salone fiorentino).