Alessandro Biasotto, ceo di OOF Wear e del gruppo trevigiano Nyky, torna a Pitti Uomo con importanti novità, a partire da uno stand rivoluzionato, in linea con la virata stilistica e strategica del brand: «Abbiamo deciso di spingere quello che è il nostro dna - racconta l'imprenditore a fashionmagazine.it -. A Firenze portiamo una collezione rappresentativa di questo cambiamento, con pezzi iconici e rivisitati in chiave fashion. Abbiamo introdotto nuovi tessuti per uscire dal mondo del nylon, che dava una connotazione un po' troppo sportswear alla collezione, come ad esempio i tinto filo di viscosa con righe camiceria studiate da noi, ricami di pailette giganti o il check in tinto filo. Stiamo anche aprendo nuovi orizzonti nel mondo del jersey».
Un'evoluzione che dà nuova linfa a una label nata solo tre anni fa, ma che incide già per il 25% sul giro d'affari del gruppo, grazie a una rete di circa 600 clienti multimarca sparsi in tutta l’Europa, Cina, Giappone, Corea e Russia, con una quota export pari al 50%.
Una base per accelerare nel retail, sia offline che online: «Al momento - informa Biasotto - ci stiamo concentrando sulla rete di multibrand, ma a breve avvieremo nuove aperture monomarca nelle principali capitali europee e in partnership con il mercato asiatico. Stiamo studiando un progetto pop up/corner per entrare nei più grandi department store».
Anche il digitale, che al momento rappresenta il 4% del fatturato, avrà un ruolo chiave nell'evoluzione di OOF Wear: «Stiamo spostando la strategia comunicativa nel mondo del digital, per spaziare sempre di più in questo mondo che ormai è il futuro di tutte le aziende moda. Abbiamo anche deciso di ristrutturare il sito con una nuova immagine più engaged, al fine di creare una community. Uno degli obiettivi è dialogare con un pubblico che si identifichi totalmente nel brand: OOF Wear deve diventare un lifestyle» (nella foto, Alessandro Biasotto e Michela Klinz, fondatori del marchio).