Possibili acquisizioni intra-filiera

Patrizio Bertelli (Prada): «Il dual listing a Milano resta un’opzione»

La possibilità che Prada si quoti a Milano - in aggiunta al listino di Hong Kong, dove le azioni sono scambiate dal 2011 - «resta un'opzione che stiamo analizzando sul fronte della fattibilità, ma ci sono ancora molti aspetti tecnici da risolvere perché non ci sono precedenti». Lo ha detto Patrizio Bertelli, consigliere esecutivo del gruppo milanese della moda, in una intervista a Il Corriere della Sera, dopo la recente approvazione del bilancio 2022 e le indiscrezioni circolate in gennaio, in merito a un possibile dual listing.

Ieri il gruppo italiano del lusso ha reso noto che l’esercizio 2022 è terminato con ricavi pari a 4,2 miliardi di euro, in crescita del 21% rispetto al 2021, e 465 milioni di euro di profitti, in aumento del 58%.

«Abbiamo raggiunto i target di profittabilità in 14 mesi invece che in tre anni - ha commentato nell’intervista Bertelli -. Se tutto va bene raggiungeremo anche quello sui ricavi, che nel 2023 potrebbero superare i 4,5 miliardi». Il suo auspicio è che tra dieci anni Prada diventi una realtà da 10 miliardi di fatturato.

In merito a possibili merger, Bertelli ha detto: «Stiamo guardando a nuove acquisizioni lungo la filiera, a cominciare dalla rete dei nostri fornitori. Purtroppo nei primi anni 2000 è stato perso know-how, perché tanti piccoli imprenditori hanno chiuso e non c'è stato un corretto passaggio generazionale». A suo parere «è fondamentale salvaguardare la filiera, perché il know-how è qui in Italia». «Che lo facciano gruppi francesi, americani o italiani, non importa», ha precisato.

Gli acquisti non riguarderanno altri marchi come in passato. «L'errore capitale - ha affermato Bertelli - è stato quello di acquisire un marchio lasciando lì il vecchio proprietario a gestirlo, anche se era uno stilista, o mantenendo la prima linea di manager, perché altrimenti all'interno si avevano dei nemici».

e.f.
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