Mentre il coronavirus infetta il mondo e le saracinesche dei negozi si abbassano, le case di moda sono costrette a ritarare le loro previsioni fatte appena pochi mesi fa.
L'ultima in ordine di tempo è Mulberry, che rivede al ribasso le previsioni relative al semestre in chiusura il 28 marzo: ora si pronostica una «piccola perdita», mentre in precedenza (nel novembre scorso) si parlava di segni più. Inoltre sui mesi successivi gravano parecchi punti interrogativi.
Il management, guidato da Thierry Andretta, sta lavorando per tutelare il denaro contante, contenere al massimo i costi e gestire al meglio il capitale, in modo da garantire valore per gli stakeholder, nonostante una crisi d'impatto globale. Passa in secondo piano la ricerca di un successore del direttore creativo Johnny Coca, uscito di scena nelle scorse settimane.
Il 21 marzo il marchio made in UK ha chiuso i negozi in madrepatria e fermato due impianti nel Somerset, che realizzano circa metà degli accessori: una decisione che precede quella che sarà probabilmente presa nei prossimi giorni dal Governo. Sta inoltre riconsiderando il portafoglio internazionale di punti vendita.
La società ha dichiarato di poter contare su «risorse solide», con una liquidità netta pari a 8,8 milioni di sterline, senza contare ulteriori 19 milioni legati alle banche.
«Restiamo fiduciosi nella forza del nostro marchio e in una strategia a lungo termine», ha affermato Andretta.
Nella foto, un'immagine postata su Instagram dal marchio, che ha deciso di donare al National Emergencies Trust il 15% delle sue vendite online nel prossimo mese.