Il piano strategico di Hugo Boss fino al 2022 si fonda sull'ulteriore "desiderabilità" dei marchi Boss e Hugo.
Il gruppo tedesco prevede nel medio termine un aumento dei ricavi annuali (a cambi costanti) fra il 5% e il 7% e uno sviluppo dell’utile operativo «significativamente migliore» rispetto a quello del fatturato. L’ebit margin fra quattro anni dovrebbe raggiungere il 15% dal 12,5% del 2017.
«Vogliamo diventare il più desiderabile premium fashion e lyfestyle brand al mondo», ha dichiarato il ceo Mark Langer al recente investor day di Londra. Il manager ha spiegato che le due priorità sono la personalizzazione dell’offerta e la velocità di reazione, grazie a processi più agili.
Le ipotesi di crescita del giro d’affari dipendono da quattro fattori. In primis un significativo impulso dalle vendite online, che dovrebbero quadruplicarsi per il 2022. Secondo: un aumento della produttività delle vendite retail, in media del 4% annuale. Ma c’è anche un potenziale inespresso Asia, il cui peso sule vendite totali dovrebbe passare dal 15% attuale al 20%, grazie anche alle vendite online in collaborazione con le piattaforme multimarca locali. I vertici ipotizzano, infine, una crescita oltre la media di Hugo nel segmento contemporary.
Nel 2017 il marchio ha rappresentato il 15% del fatturato globale del gruppo, raggiungendo i 397 milioni di euro, contro i 2,3 miliardi di ricavi del marchio ammiraglio Boss. Nei prossimi anni sono previste l’apertura di nuovi store Hugo e l’intensificazione delle attività si social media.
Il management ha inoltre confermato che intende distribuire agli azionisti un dividendo fra il 60% e l’80% degli utili.