Previsto un +15% nel prossimo fiscal year

Cucinelli: «Il 2021 sarà l’anno del riequilibrio. Gioia e speranza per l’arrivo del vaccino»

Brunello Cucinelli vede la luce in fondo al tunnel di questa travagliata era della pandemia. Il ritorno alla crescita nel terzo trimestre (+3,4%) è un segnale confortante per il gruppo e, alla luce dell’andamento del quarter in corso, il presidente esecutivo dell’azienda di Solomeo prevede di chiudere l’anno con una «leggera» diminuzione dei ricavi, intorno al 10%. Intanto guarda con ottimismo al 2021, che secondo le previsioni dovrebbe chiudersi con «una bella progressione, intorno al 15%, «forti della grande raccolta ordini in cassa per la primavera-estate 2021». 

«Abbiamo conseguito nel terzo trimestre di questo 2020 risultati davvero interessanti ed essendo giunti a più della metà dell’ultimo quarto, siamo in grado di immaginare anche per questo trimestre risultati molto positivi», ha annunciato Brunello Cucinelli. 

Determinante per l’imprenditore umbro è la notizia dell’arrivo dei vaccino, «che tutta l’umanità ha appreso con gioia e speranza. Ciò ci ha consentito di tornare a vivere e lavorare in un’atmosfera migliore, dopo un lungo periodo di vita a volte intenso e doloroso, sia per il corpo che per l’anima».

L’azienda è tornata alla crescita nel terzo quarter, lasciandosi alle spalle un semestre in cui le vendite avevano accusato quasi un -30%, che tuttavia ha gravato sui conti dei nove mesi e che si rifletterà anche su quelli dell’anno, con il calo preventivato del 10%. 

Si attende dunque il 2021, definito da Cucinelli come «l’anno del riequilibrio», per tornare a crescere, mentre il 2028 resta sempre una meta importantissima per l’imprenditore, che si mantiene fedele alla previsione di raddoppiare il fatturato nel decennio 2019-2028.

Nel terzo trimestre del fiscal year, il turnover del gruppo è cresciuto del 3,4%, portandosi a quota 173,5 milioni di euro, ma nei primi nove mesi chiusi al 30 settembre, è sceso a 378,7 milioni di euro, con un calo del 17,5% rispetto all’analogo periodo di riferimento. 

Nei primi nove mesi dell’anno in corso, per la precisione, il giro di affari in Nord America si è ridotto del 21,4% a 116,5 milioni di euro (ossia il 30,7% del totale), mentre nel terzo quarter è aumentato del 9,2%. 

Nei nove mesi l’Europa ha fatto registrare un decremento del 13,4% a quota 120,9 milioni di euro, a fronte di un +7,7% nel trimestre in oggetto.

Nel Vecchio Continente le performance migliori sono state nel Centro e nel Nord, mentre l’area del Mediterraneo soffre ancora, in parte per la mancanza di turisti e, in alcune aree, per la persistenza della paura legata al Coronavirus.  

In Italia, in particolare, nei nove mesi le vendite sono scese del 23,1% a 58,5 milioni di euro, ossia il 15,5% del giro di affari totale, ma il segno meno è rimasto nel terzo trimestre, anche se con una percentuale single digit del 6,9%; merito dei consumi interni, che hanno in parte compensato il significativo calo del turismo. 

Per quanto riguarda la Cina (comprese Hong Kong e Macao), i nove mesi hanno visto un calo del 12,6%, con il terzo quarter in progress del 3,2%. 

Nel resto del mondo il fatturato è sceso del 13,9% nei nove mesi e del 5,7% nel terzo quarter.

Segno meno sia nei nove mesi che nel trimestre per le vendite retail, in calo rispettivamente del 26,1% a 169,3 milioni di euro e del 15,7%. Restano invariati gli investimenti previsti, tra cui le nuove aperture di San Pietroburgo e di Omotesando a Tokyo e il raddoppio della superficie delle boutique in Madison Avenue a New York e nello shopping center Crystals di Las Vegas. 

Segno che per l’azienda il canale brick and mortar continua ad avere una grande importanza, anche se le vendite online dirette sono raddoppiate e oggi valgono il 5% del fatturato del gruppo.

Significativo l’andamento delle vendite wholesale, che nel terzo quarter hanno messo a segno un +20,5%, mentre i nove mesi registrano una contrazione del 9%. 

c.me.
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