Previsto un risparmio di 40 milioni all'anno

Victoria’s Secret si riorganizza: tagliati 160 dirigenti, abolite le business unit, nominata una nuova ceo

Una nuova rivoluzione da Victoria’s Secret. Un anno dopo essere diventata una realtà indipendente, scorporata come attività dalla parent company L Brands, l’azienda vara una profonda ristrutturazione, che le permetterà di semplificare le operation e risparmiare.

Non si tratta di un’operazione indolore: la “cura dimagrante” andrà a impattare sulla compagine dirigenziale degli headquarters di Reynoldsburg, con il taglio di 160 posti di lavoro, pari al 5% dell’organico attivo nella sede centrale.

Una mossa che, come ha sottolineato la società, dovrebbe essere compensata dal reinvestimento in altre figure professionali focalizzate su iniziative ritenute strategiche.

Razionalizzata anche la struttura del gruppo, con l’unione delle business unit Victoria’s Secret, Pink e Beauty in un’unica organizzazione, con l’obiettivo di migliorare l’engagement dei clienti e di dirigere le risorse verso iniziative ad alto rendimento.

«Con la rivoluzione del nostro marchio ben avviata e che sta prendendo slancio, è giunto il momento di reimmaginare la nostra struttura dirigenziale per allinearci meglio a un panorama di consumatori in evoluzione e diventare più efficienti come organizzazione», ha dichiarato l'amministratore delegato Martin Waters.

Nell’ambito della ristrutturazione, la realtà statunitense ha affidato ad Amy Hauk, alla guida dal 2018 di Pink, anche l’incarico di ceo del marchio Victoria’s Secret.

Una trasformazione globale che secondo i vertici dovrebbe far risparmiare fino a 40 milioni di dollari all’anno, sebbene nel secondo trimestre del fiscal year sia previsto un onere di 30 milioni.

Dopo l'annuncio della "sforbiciata" all'organico e della ristrutturazione in corso, il titolo al Nyse ieri ha subito un crollo del 34%.

Fondata nel 1977, Victoria's Secret conta una rete di 1.357 negozi in tutto il mondo. L'azienda ha chiuso il primo trimestre del fiscal year in corso (terminato il 30 aprile) con un fatturato in calo del 4,5% a 1,483 miliardi di dollari.

L'utile del gruppo si è più che dimezzato nel periodo, passando a 76,1 milioni di dollari dai 174 milioni del primo trimestre dell'anno precedente.

a.t.
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