Etro non è solo heritage, ma anche modernità e innovazione. Su questa convinzione Fabrizio Cardinali ha basato il suo lavoro da amministratore delegato nella maison italiana, passata recentemente sotto il controllo del fondo L Catterton, con la famiglia fondatrice rimasta come socio di minoranza.
Nella sua prima intervista dalla nomina, rilasciata a wwd.com, il manager annuncia diverse novità riguardanti il marchio, molte delle quali legate all’arrivo del neo-direttore creativo Marco De Vincenzo, che debutterà nel nuovo ruolo con la sfilata 23 settembre durante la Milano Fashion Week.
Una sfilata sarà presentata, insieme alle proposte per Spring-summer 2023, anche una piccola collezione see now-buy now, realizzata con tessuti riciclati provenienti dall’archivio di Etro e immediatamente disponibile esclusivamente su Mytheresa.com a livello globale, oltre che sull’e-shop del brand.
Il progetto ha come obiettivo quello di valorizzare le capacità nel campo della sostenibilità del brand e di avvicinare un consumatore più giovane attraverso strumenti di comunicazione e vendita più contemporanei.
«I codici e i valori di Etro, legati ad arte, cultura, inclusione ed espressione di sé, sono ben definiti e rimarranno tali, ma saranno sviluppati in modo più contemporaneo», rivela Cardinali al quotidiano Usa.
Anche superare il tradizionale understatement del brand sembra essere una priorità e ciò include mettere in evidenza la produzione made in Italy di Etro e le sue pratiche sostenibili. Ad esempio, Cardinali cita la collezione BenEtroEssere, in un tessuto denim che combina cotone biologico ed elastan riciclato in base a processi sostenibili che riducono il consumo di energia, acqua e sostanze chimiche inquinanti. Lanciata nel lontano 2002, è finora rimasta in sordina tra il grande pubblico.
Nell’intervista il ceo condivide inoltre ambiziosi obiettivi di fatturato: punta infatti a raddoppiare nel giro di cinque anni le vendite di Etro del 2021, raggiungendo i 500 milioni di euro.
«Nei primi sei mesi del 2022 abbiamo assistito a una crescita dei ricavi a doppia cifra», sottolinea Cardinali, che vanta 25 anni di esperienza nel settore del lusso. È entrato in Etro da Dolce&Gabbana, dove ha ricoperto diversi ruoli, e da giugno 2017 è stato direttore operativo e membro esecutivo del consiglio di amministrazione.
La strategia di crescita a livello geografico si focalizza sull'espansione del business in America e in Asia, dove la Cina è «ancora marginale e va sviluppata». Il piano di espansione retail in questo Paese prevede 20 aperture con un partner, che andranno ad aggiungersi ai 10 negozi già presenti sul territorio. «Abbiamo anche testato Tmall e la risposta è stata eccellente: sono state vendute 200 borse in due ore durante il San Valentino cinese», informa il manager, precisando che gli investimenti digitali sono una priorità in Cina.
Previsto nel business plan il lancio di un nuovo sito, che sarà pronto a febbraio. Etro sta anche lavorando allo sviluppo di una piattaforma omnicanale, al via nel 2023. Parallelamente il brand intensificherà la relazione con gli e-tailer - da Farfetch a Yoox Net-a-porter -, sempre nell’ottica di aggiungere visibilità al marchio, specie tra i target più giovani.
«Il 60% degli investimenti che affronteremo - fa il punto Cardinali - saranno destinati alla comunicazione, alla creazione di contenuti e ai canali digitali». «Il marchio è sano - ribadisce - ma l'azienda aveva bisogno di ulteriore dinamismo a livello di innovazione, prodotto e comunicazione».
Sempre a febbraio, in concomitanza con l’arrivo sul mercato della prima collezione firmata da De Vincenzo, Etro svelerà un nuovo concept di negozio per riflettere la creatività dello stilista, che continua a portare avanti anche la collaborazione con Fendi.
A livello globale la griffe può contare su 140 negozi a gestione diretta, la maggior parte dei quali in Europa in location chiave come via Montenapoleone a Milano e Old Bond street a Londra. Sono 20 i monomarca a gestione diretta in Corea, mercato in forte crescita, e 50 in Giappone.
Negli Stati Uniti, che rappresentano quasi il 20% dei ricavi, sono attivi 13 punti vendita ma è in quest'area che Cardinali prevede che il business «accelererà» e per questo sta pianificando nuove aperture.
A livello merceologico, l'abbigliamento donna rappresenta il 65% del fatturato del marchio, ma il know how di De Vincenzo nel settore degli accessori dovrebbe portare al potenziamento del segmento. Potenziale di crescita anche per l'abbigliamento maschile e per la collezione casa.
Cardinali attualmente sta discutendo con potenziali partner sul lancio di nuove licenze per la produzione e distribuzione di occhiali e profumi, categorie che prima erano prodotte internamente.