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Marenzi in Fortezza con Herno. «E con Montura conquistiamo una community giovane»

Il 2022 è un anno decisivo per Claudio Marenzi (nella foto), presente a Pitti Uomo con Herno in versione sia uomo che bimbo. «Ci proiettiamo verso una crescita assoluta», dice in un'intervista pubblicata sul numero di Fashion in distribuzione in questi giorni - ma sfogliabile anche in versione e-paper su fashionmagazine.it -, riferendosi non solo al marchio storico della sua azienda, ma anche alla recente acquisizione di Montura.

Un brand, quest'ultimo, rilevato insieme al socio minoritario Nuo, newco costituita da Exor, holding della famiglia Agnelli con Wwicl, il più antico family office di Hong Kong.

Come spiega l'imprenditore, Montura è molto più di un guardaroba tecnico per alpinisti, che comunque lo considerano il miglior prodotto sul mercato. «Da qualche stagione è diventato, in maniera spontanea, un marchio molto vicino ai giovani - afferma - capace di comunicare con loro grazie al legame profondo con la natura e all'ideale di libertà, oltre ad avere un logo molto interessante (un piccolo fiore stilizzato), su cui si potrà lavorare benissimo».

«Vorrei fare con Montura quello che ho fatto con Herno - aggiunge - ossia portare valore alla marca. Con una differenza: con Herno, quando presi in mano il progetto, partivo da zero, mentre in questo caso l'azienda è già ben avviata».

Marenzi racconta i retroscena dell'operazione: «Ero impegnato a portare avanti la trattativa con Roberto Giordani, fondatore di Montura, già da otto mesi, quando sono entrato in contatto con Nuo, il partner finanziario perfetto che, come family office, ha orizzonti temporali diversi da un fondo. Vogliamo dialogare con le nuove generazioni e gli appassionati di outdoor, due nicche che nel menswear stanno crescendo a dismisura. Questo senza dimenticare i clienti storici».

Per Montura, etichetta italiana legata all'arco alpino, si aprono prospettive interessanti di espansione all'estero, grazie alla forza di Herno sui mercati stranieri, anche se i due team di riferimento resteranno indipendenti. Possibili, tuttavia, sinergie nella supply chain, nella logistica e nei servizi, così come nell'e-commerce.

A proposito di e-commerce, per Herno è stato lanciato nell'agosto 2020 e, come informa Marenzi, «nei primi quattro mesi abbiamo superato i 3 milioni di vendite. Oggi fattura già come due flagship store «e certamente crescerà ancora, anche se la nostra regola è ragionare in un'ottica pluricanale, pensando di trasformare i nostri migliori clienti in veri e propri partner». Sul fronte retail sono in programma ampliamenti di negozi già esistenti e alcuni pop up, «privilegiando aree come Usa, Russia e Cina».

Marenzi è convinto che l'anno chiave per la svolta del settore moda sarà il 2023, ma nel caso di Herno questo passaggio dovrebbe avvenire già nel 2022, che partendo da una campagna vendita SS22 ottima si proietta verso ricavi superiori a quelli del 2019, quando l'azienda aveva raggiunto i 135 milioni di fatturato. «Siamo davvero soddisfatti - conclude - perché l'immagine del nostro marchio oggi è più forte e affidabile di prima. Stiamo ampliando i progetti Monogram e Globe, coprendo ogni stagione con proposte nuove e autentiche e lavorando sul colore, le lane e i volumi».

L'intervista in versione integrale è pubblicata su Fashion N.5, in distribuzione a Pitti e nei circuiti abituali, ma leggibile anche in versione e-paper su fashionmagazine.it.

A cura della redazione
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