Si è concluso con numeri record Aw Lab is Me, il progetto a tutta musica di Aw Lab, retailer sportstyle nell'orbita del Gruppo Bata con 220 store tra diretti e franchising e partner come Adidas, Nike e Puma.
Oltre 2.200 gli aspiranti artisti che hanno partecipato al contest, 1.800 i video e 350 le performance live negli store di Aw Lab, che dopo la selezione di otto finalisti ha portato sul podio la giovane Noemi Cappello, in arte Noe, che avrà l'opportunità di vedere prodotto il proprio singolo negli studi di Big Fish e potrà contare sulla realizzazione di un videoclip per il lancio promozionale il prossimo autunno.
Un'iniziativa che rappresenta un ulteriore step nel percorso di riposizionamento, iniziato nel 2018, dell'insegna sportiva, come spiega il direttore marketing & communication Domenico Romano (nella foto): «Aw Lab si sta trasformando da semplice retailer a media - spiega -. Noi abbiamo un valore aggiunto: quello di conoscere a fondo le nuove generazioni, che accogliamo nei nostri negozi tutti i giorni. A loro abbiamo voluto dedicare uno spazio di risonanza, per amplificare la loro voce».
Da qui il lancio di diversi "canali", dove poter veicolare contenuti di proprietà, «con una precisa linea editoriale» come tiene a precisare Romano: dai social alla radio del marchio, dal magazine cartaceo Play a format innovativi come il contest Aw Lab is Me.
Diversità e inclusività sono alcuni dei valori fondanti "trasmessi" dal brand, che vuol essere piattaforma di storytelling per le aziende top con cui collabora, ma anche fare da collante valoriale per giovani che «hanno molto da raccontare», in qualità di co-creator.
Concluso il concorso musicale, ora Aw Lab guarda ai prossimi impegni internazionali, in primis i nuovi sviluppi distributivi a Singapore e in Malesia, «ma anche nella più vicina Spagna - puntualizza il manager - dove il marchio è già attivo con 17 store e ha in corso un intenso piano di opening».
Forti anche gli investimenti anche sull'online, con crescite in doppia cifra: «Vogliamo puntare molto sul digital, in un'ottica omnichannel - conclude -. Non si può più distinguere tra offline e online. I giovani sono costantemente connessi. Non c'è che una sola esperienza».