Si diceva che lo shopping online, Amazon in testa, avrebbe colpito la maggior parte dei retailer fisici. In realtà si sta rimarcando la divisione fra vincenti e perdenti.
Come riporta un articolo del Financial Times, con l’inizio del 2019 in America è fallito il retailer di calzature Payless ShoeSource, la catena di moda giovane donna Charlotte Russe Holdings ha chiesto il Chapter 11 e quella di abbigliamento, casa e giocattoli Shopko sta chiudendo molti negozi.
Allo stesso tempo Walmart ha superato le stime degli analisti con i risultati del quarto trimestre e la prossima settimana Costco dovrebbe presentare una trimestrale con utili in aumento del 19%.
«Il retail è molto più volatile di quanto ci si aspettasse - afferma Michael Arone, chief investment strategist presso State Street Global Advisors -. Decisamente non ha preso un’univoca direzione verso il basso».
Il commercio tradizionale dovrebbe incrementare la propria offerta online e dare più appeal ai propri negozi: entrambe le strategie richiedono investimenti che però portano a risultati. Un esempio è Lululemon (nella foto), che offre lezioni di yoga nei suoi store: le azioni della società hanno triplicato il loro valore dai minimi del 2017.
«Quelli che innovano e investono in e-commerce, marketing e social media tendono ad andare bene», dice Ken Murphy, fund manager di Aberdeen Standard, facendo però notare che parecchi retailer sono incredibilmente sotto pressione dal punto di vista finanziario. Un caso è la catena JCPenny: i suoi debiti a lungo termine hanno raggiunto i 4,2 miliardi di dollari lo scorso novembre, mentre l’attuale capitalizzazione è di 380 milioni di dollari.
I dati forniti questo mese dal Governo statunitense mostrano che le vendite al dettaglio di dicembre (mese cruciale, per via delle festività natalizie) hanno registrato la peggiore performance degli ultimi dieci anni: numeri talmente negativi che alcuni analisti hanno messo in discussione l’accuratezza del calcolo.
Per capire meglio l’andamento del settore bisognerà aspettare le prossime due settimane, quando una serie di aziende pubblicheranno il trend degli utili. Intanto chi investe allo scoperto sta puntando su Gap, visto come un retailer con spazi troppo grandi, con un concept facilmente copiabile e che vende un marchio che ha perso la sua identità. Altri short seller si stanno orientando sulla catena di abbigliamento infantile Carters.
Il retail americano mantiene comunque dei problemi strutturali, tra i quali una iper-offerta di negozi. Secondo gli analisti, per chi non si è dotato di una digital strategy il collasso è solo una questione di tempo.