Lieto fine per l'affaire Lotto, dopo che è stato revocato dalla Corte d'Appello di Venezia il fallimento di Futura 5760 - holding in capo ad Andrea Tomat (nella foto) e Adriano Sartor, che controlla il 26.59% del marchio -, decretato lo scorso novembre dal Tribunale di Treviso.
I 500 dipendenti dello storico brand di scarpe sportive e activewear hanno tirato un sospiro di sollievo, dopo mesi con il fiato sospeso.
La Corte d'Appello della città lagunare ha infatti ravvisato nei giorni scorsi un uso illegittimo e strumentale dell'istanza di fallimento presentata da Gianni Lorenzato, ex socio di Tomat e Sartor, con i quali 20 anni fa aveva rilevato il brand, fondando la newco Lotto Sport Italia.
La richiesta di fallimento, inoltrata da Lorenzato al Tribunale di Treviso, era nata da un contenzioso legale nei confronti della holding a proposito di un credito di circa 3,2 milioni di euro, oltre a un lodo per violazione dei patti parasociali, ancora da risolvere.
L'imprenditore aveva ottenuto dal tribunale civile una sentenza esecutiva di primo grado, subito appellata da Tomat, in base alla quale ha già ricevuto circa 1,2 milioni di euro, nel contesto di una rateizzazione concordata.
La questione debitoria dunque non sussiste. In compenso ora Lorenzon si trova a dover pagare le spese di primo e secondo grado, oltre al risarcimento del danno per responsabilità aggravata. La Cassazione però potrebbe rimescolare nuovamente le carte.
Una prospettiva che sembra non preoccupare Andrea Tomat, che già a novembre aveva affermato: «La sentenza del Tribunale di Treviso è totalmente infondata, errata e ingiusta, sia per quanto riguarda i presupposti su cui si basa, sia per le conclusioni sbalorditive a cui giunge».
«È mia ferma intenzione - aveva aggiunto - tutelarmi in tutte le sedi, nella convinzione che si porrà rimedio al grave errore a cui si è giunti oggi. Comunque le attività e i dipendenti di Lotto non subiranno ripercussioni».
Si attendono i dati dell'esercizio 2018 per capire come evolverà la situazione. Come riporta il Corriere del Veneto, nel 2017 il marchio ha registrato un bilancio consolidato con vendite nette in calo da 87 a 82 milioni di euro e ricavi totali scesi da 105 a 95 milioni, chiudendo con una perdita per 2,2 milioni di euro e un «significativo indebitamento finanziario».