Con un terzo trimestre in crescita a doppia cifra alta sui mercati chiave, il Gruppo Richemont non solo segna un deciso recupero sull'analogo periodo del 2020, ma supera anche i livelli pre-pandemia, come sta accadendo ad altri player del lusso (vedi Prada).
I ricavi sono infatti aumentati del 32% su base annua, portandosi a 5,658 miliardi di euro, e addirittura del 38% rispetto al Q3 del 2019.
Dal confronto anno su anno emerge che il business in America si è incrementato del 55%, mentre l'Europa è progredita del 42% e il conglomerato Middle East/Africa del 30%. Giappone e Asia Pacifico (un territorio, quest'ultimo, dove il gruppo elvetico realizza il 38% delle vendite) hanno messo a segno rispettivamente un +22% e un +18%, con la Cina in avanzata del 7%.
Tra i canali distributivi il più forte è stato il retail (+45%), seguito a distanza dall'e-commerce diretto (+19%) e dal wholesale (+14%). Le vendite dirette hanno raggiunto il 78% del totale, dal precedente 75%.
Le performance migliori sono arrivate dalla gioielleria (+38%), tallonata dalla divisione Altri business - di cui fanno parte moda e accessori -, in progress del 37%. Bene anche gli orologi (+25%), mentre i distributori online hanno visto il sell out crescere del 15%.
Come si diceva, il quarter esce brillantemente anche dal paragone con il terzo trimestre 2019. Basti guardare i risultati di America (+59%), Asia Pacifico (+47%), Europa (+12%) e Giappone (+23%), per non parlare di Middle East e Africa (+65%, anche in seguito all'Expo Dubai).
Il canale distributivo offline ha fatto un balzo del 56% e quello online del 40%: merito di mercati come la Cina, Dubai, la Corea del Sud e gli Usa. Meno dinamico, ma sempre a segno più, il wholesale (+4%).
A livello merceologico e sempre in un raffronto con il 2019, spicca il +57% delle maison gioielliere del gruppo (in particolare Buccellati, Van Cleef & Arpels e Cartier), contro il +20% dei brand di orologi e il +19% degli Altri business, trainato da marchi come Alaïa, Chloé e Peter Millar
Uno sguardo ai nove mesi terminati a dicembre 2021 evidenzia un +50% di fatturato rispetto al terzo trimestre 2020, con una posizione di cassa netta di 4,9 miliardi di euro, dai passati 2,9 miliardi.
Visti questi dati, Citi ha confermato una raccomandazione Buy sul titolo (che alle 16 di oggi segna un +6,41% alla Borsa di Zurigo), con un prezzo obiettivo di 161 franchi svizzeri. Del resto, il bilancio ha sorpreso positivamente tutti gli analisti, che si aspettavano un giro d'affari di 5,02 miliardi di euro, in aumento intorno al +18%.
Nella foto, il flagship di Buccellati a Tokyo